Mario Balotelli al Manchester City ne combinò di tutti i colori. Leggendarie sono le litigate con Roberto Mancini, allora allenatore del club inglese. Un ex magazziniere ha svelato i retroscena di quei litigi.
Volarono insulti e borse
Colui che ha voluto svuotare il sacco è Les Champman, ex magazziniere del Manchester City nel periodo della permanenza di Mario Balotelli e Roberto Mancini. Tra i due un rapporto di amore e odio che ha movimentato lo spogliatoio dei Citizens di quelle annate ma l’episodio più grave fu quello accaduto durante la sfida alla Dinamo Kiev in Champions League: “Mario si fece espellere dopo 20 secondi e quando rientrò nello spogliatoio era immobile davanti al suo armadietto. Mancini entrò e iniziò ad insultarlo in italiano agitando le braccia. Sembrava posseduto. Mentre stava rientrando in campo vide una borsa, la prese e la lanciò contro Balotelli che la schivò di un soffio. Stavano venendo alle mani, poi mi intromisi e Roberto rientrò in campo“, ha raccontato al podcast Ninety Three Twenty.

Why always me
La famosa maglietta indossata da Super Mario in occasione del derby di Manchester mandò su tutte le furie Mancini: “Mario stava pensando di stamparsi una scritta su una maglia in occasione del derby contro lo United. Gli dissi che non doveva offendere i tifosi avversari quidli gli proposi Why always me, dopo che bocciai le sue proposte. Ma lui quando segnò fece per togliersi la maglia per mostrare la scritta e venne ammonito. A fine partita Mancini gli disse che non doveva più indossarla e non doveva stamparne di nuove“.
“Non sarà mai un giocatore per la squadra”
Concludendo il suo racconto sulle avventure di Balotelli al City, si è voluto esprimere sulle qualità del calciatore: “Ha tante abilità e qualità, ma non sarà mai un calciatore che può aiutare la squadra. Credo che l’assist per Aguero con cui ci permise di vincere la Premier sia stato un’eccezione“.
