"Prima di farmi male avevo trovato l'accordo con un grande club, le soluzioni erano state individuate tutte". Queste parole risuonano come un enigma nel mondo calcistico italiano, mentre Domenico Berardi, l'emblema del Sassuolo, si confida tra passato, presente e futuro in un'intervista a Il Corriere dello Sport.
Il talento calabrese, schietto e determinato, parla di aspirazioni mai del tutto spente e di occasioni sfiorate, lasciando un sottile velo di mistero sul suo imminente destino e su quello che sarebbe potuto essere ma che forse non sarà mai.
Sassuolo-Berardi, un legame lungo 15 anni
Berardi è uno di quei giocatori che sono sempre stati legati alle loro squadre. Da 15 anni indossa con orgoglio la maglia del Sassuolo. All'inizio della sua carriera, la formazione neroverde è stata il nido perfetto, ma con il tempo, le sue ambizioni hanno iniziato a cozzare con un ambiente che seppur familiare, sembrava non bastargli più.
"Nei primi anni non mi sentivo pronto a lasciare, ma negli ultimi 5 o 6 ho spinto per andare via", ammette il talento col numero 10, destando non poche curiosità tra tifosi e addetti ai lavori. Quella mossa mancata frutto di trattative sfumate all'ultimo istante insinua il dubbio che forse il grande salto fosse davvero dietro l'angolo.
Il sogno della Champions League
Sognare è lecito, soprattutto quando hai il calcio nel cuore e il desiderio di calcare i palcoscenici più prestigiosi del mondo. La Champions League è quel trofeo che Berardi vede come una chimera: sempre vicina e mai del tutto afferrata.
"Mi è dispiaciuto non poter giocare in Champions League e per gli obiettivi più alti. La Champions è qualcosa che vorrei provare da sempre", rivela con un po' di rimpianto, evidenziando che il palco europeo è una delle esperienze che desidera ardentemente aggiungere alla sua carriera.
Futuro incerto
Il vero colpo di scena arriva quando si scopre che Berardi aveva trovato un'intesa con un grande club, un'ipotesi che subito scuote il mercato che già incombe. Tuttavia, con la sua consueta ironia, lascia tutti sospesi: "Ma non chiedetemi quale, tanto non lo dico". Un'affermazione che accende gli animi, aprendo a infiniti scenari e speculazioni.
"Per cambiare bisogna essere in tre ed è sempre mancato uno dei tre. Sinceramente c'è stato un momento in cui mi sono sentito effettivamente in uscita", spiega Berardi. Ma ora il suo futuro è più incerto che mai.


