Sembra davvero finito il tempo in cui il nostro paese veniva visto come la Mecca del calcio. E non solo per la minore competitività del campionato e gli scarsi (seppur in crescita) risultati in campo internazionale, ma soprattutto per il nostro vero cruccio: gli stadi.
Il difensore polacco della Sampdoria Bartosz Bereszynski, parlando con i media in patria in occasione della sosta per le Nazionali, ha tratteggiato un bilancio del suo primo anno solare nel nostro campionato. Dalla vivace ma pur sempre modesta realtà polacca, Bartosz si aspettava evidentemente di finire su un altro pianeta arrivando in Serie A ma, almeno sulla questione impianti, ha dovuto ricredersi:
“Le strutture sono state una sorpresa negativa e credo che tutti lo pensino. Il famoso San Siro impressiona, ma solo per il nome e la grande storia: è un vecchio stadio che dovrebbe essere modernizzato.”
Ha poi proseguito nel corso dell’intervista a Sportowefakty.wp.pl parlando dell’impianto partenopeo:
“Stesso discorso per l’impianto di Napoli, che considero uno dei più brutti nei quali abbia mai giocato. La prima visita a questi luoghi può dare un’impressione, ma in seguito si cominciano a notare sempre più difetti”.
Non certo una novità, intendiamoci, ma il messaggio è chiaro. Questi nostri impianti sono giganti dai piedi d’argilla. Costruzioni dalla grandissima capienza ma ancora decisamente piantati nell’altro secolo per design, servizi o, addirittura, semplice manutenzione.
Ora qualche inguaribile sciovinista potrebbe dire “saran belli gli stadi in Polonia allora”… eh, putroppo sì. Questo è lo Stadion Miejski, casa del Lech Poznan in cui giocava proprio Bereszynski.
Eh no ragazzi. Non ci sono davvero più scuse o discorsi da fare. Qui non rimane che far qualcosa di concreto.