Nome italiano, cognome croato e un passato da venditore di auto. Edoardo Crnjar è uno degli agenti di calciatori più in vista del momento. Ma qual è la caratteristica che lo distingue dagli altri? Questo ragazzo è nella maggior parte dei casi più giovane dei calciatori e allenatori che rappresenta.
Oggi ha 28 anni, ma quando conobbe Sulley Muntari in un concessionario di auto milanese ne aveva appena 20. La storia di Edoardo è una di quelle da film americano anni 80, che potrebbero avere per protagonista Tom Cruise, in cui un giovane dalla faccia sveglia e privo di timidezze si costruisce un brillante futuro partendo dal nulla.
Sulle colonne dello spagnolo Marca il “baby” agente racconta l’inizio del suo viaggio:
“Lavoravo nel concessionario di Mercedes del padre della mia ex fidanzata. Lì venivano dei calciatori e io, che desideravo introdurmi in quel mondo, cominciai a frequentare Muntari, di cui poi divenni amico. Da quel momento iniziai a intrattenere rapporti con altri giocatori, e ne guadagnai la fiducia. In quel periodo venivano Eto’o, Boateng e altri.”
La sua prima operazione fu il passaggio di Muntari dall’Inter al Milan nel gennaio del 2011. Non proprio uno scherzo per un ragazzo poco più che teenager che fino ad allora aveva solo partecipato alla vendita di qualche berlina tedesca, e non aveva nessun trascorso, rapporto o parentela importante nell’ambiente del grande calcio.
Il suo fiore all’occhiello è poi diventato la procura di Prince Boateng, accompagnato nell’avventura spagnola al Las Palmas.
Da lì Edoardo ha cominciato a costruire il proprio business. Oggi la Spagna, con particolare attenzione alle Canarie, è il suo principale mercato. Al Las Palmas ha portato anche Aquilani e Remy, ma prosegue i suoi rapporti anche con l’Italia, dove rappresenta lo juventino Asamoah.
Negli ultimi mesi ha poi cominciato a rappresentare anche gli allenatori. Crnjar è stato artefice del passaggio di Quique Setien, tecnico rivelazione proprio del Las Palmas, al Betis Siviglia. E ai canarini avrebbe voluto portare Roberto De Zerbi, altro suo assistito che oggi cerca l’epocale impresa di salvare il Benevento.
Una carriera da vero e proprio self made man che dopo aver costruito il proprio sogno non riesce a smettere di pensare al lavoro:
“Essendo così giovane posso lavorare anche 20 ore al giorno. Prendo 180 voli all’anno e non passo a casa più di un giorno alla settimana. Stare il più vicino possibile a Club e giocatori è l’unica maniera per ottenere risultati.”
In questo senso, Edoardo ha rivelato al quotidiano spagnolo anche un aneddoto su Boateng e il presidente Berlusconi ai tempi del Milan:
“Boateng era in vacanza in Grecia quando ricevette un invito da parte del presidente. Gli chiedeva di raggiungerlo a cena a casa sua, ma Prince rifiutò chiedendo di rimandare.
– Hai detto di no a Berlusconi? – gli dissi – Prendiamo un aereo e andiamo – Ci aspettavamo una cena con 20-25 invitati illustri, e invece eravamo solo noi tre, a guardare partite in televisione per 5 ore. Per me era inimmaginabile, avevo appena 25 anni.”
Come diventare un signore del calcio senza avere un piede fatato e a trent’anni non ancora compiuti.
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