Il dilemma e la maledizione dei numeri primi

calcio31/08/2018 • 08:32
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Il fantacalcio è lo specchio del campionato. Le aste dei fantallenatori lo specchio dei dubbi e delle certezze dei tecnici della serie A. Quelle di metà agosto dovevano essere le serate di Cristiano Ronaldo a cifre pazze. Sono diventate le aste dei portieri, dei “secondi” comprati a cifre importanti, dei “primi” che non si sa se giocheranno. È una Serie A che sta mandando in crisi i portieri d’Italia. E, di rimando, anche i fantallenatori.
Si narra di “furbate” tra i bomber del fantacalcio, amicizie perse per un rialzo, leggende metropolitane destinate a diventare creepy pasta per il web. Non parliamo qui della follia del Chelsea di pagare Kepa Arrizabalaga come mai nessuno ha fatto nella storia per un portiere o del desiderio di Klopp esaudito dal Liverpool per Alisson o della scelta di Gigi Buffon di trasferirsi al Psg.
Parliamo qui di un Perin strappato a 1 a chi aveva già acquistato Szczesny, ai portieri del Napoli divisi in tre squadre. Con la solidarietà espressa a chi ha preso Berisha “perché tanto gioca Gollini”.
Esageriamo? Forse. Ma rivivendo la vostra asta, scoprirete che un Terracciano qualsiasi vi ha sconvolto la rosa. Provate a raccontarcele.
Del resto, nell’anno delle papere di Karius e Caballero, questa non poteva non essere la stagione più dura per i nostri numeri 1.

Gigio e Pepe: due portieri da 10 milioni

Al Milan le gerarchie sembrano chiare: Gigio Donnarumma titolare in campionato, Pepe Reina titolare in Europa League e Coppa Italia. Nessun dualismo, quindi, ma una porta da difendere in due con il Milan che è tra le società europee che paga una delle quote stipendi più alta in Europa per i portieri: 6 milioni per l’italiano, 3,5 per lo spagnolo (solo Higuain guadagna più di loro). A questi si aggiunge il milione per Antonio Donnarumma.
Tutto tranquillo? Nemmeno per niente. Donnarumma (Gigio) non è affatto al sicuro. Reina ha già fatto il secondo al Bayern Monaco. Ma lì davanti c’era Neuer. Dal 2005 ad oggi ha giocato solo 36 partite con la Spagna. Ma lì davanti c’era prima Casillas e poi De Gea.
La prima uscita per Gigio è stata un trauma. La parata dello scorso anno su Milik e il successivo video selfie su instagram non si sono ripetuti al San Paolo. Anzi.
Con la Roma, stasera, Gattuso pensa a Reina? No. Ma domani Gigio potrebbe già essere un valore da tutelare con meno interesse.

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Roma, le scommesse di Monchi

Robin Olsen ha 28 anni e una carriera passata tra Svezia e Danimarca. Non il massimo per uno che deve parare in Champions. Monchi, il diesse della Roma, ha giocato le sue carte, puntando forte su di lui per sostituire un totem come Alisson: 8,5 milioni + 3,5 di bonus (e qualche critica) per portarlo nella Capitale.
Assieme a lui sono arrivati altri due portieri. L’italiano Antonio Mirante, nato sportivamente nel Club Napoli Castellammare (lo stesso di Donnarumma) e passato per la Primavera della Juve, è alla prima esperienza in una big, dopo una carriera tra Samp, Parma e Bologna. Il brasiliano Daniel Fuzato, 21 anni e 190 cm, è cresciuto nel Palmeiras ed è considerato uno dei talenti brasiliani per il futuro della Selecao (senza neppure una presenza tra i professionisti).
Olsen, scommessa lui stesso, deve difendersi da altre due scommesse: quella di Mirante (essere pronto per una grande) e quella di Fuzato (seguire il percorso di Alisson). Guanti che scottano anche nella capitale.

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Napoli, fuori il numero 1

Alex Meret ha scelto (e dovrebbe essere) il numero 1 (e lo è anche per il valore dell’investimento). David Ospina ha scelto il numero 25 ereditato da Pepe Reina. Orestis Karnezis ha preso il 27 e per gerarchie, non solo numeriche, è il terzo.
Il greco ha impressionato, ma in negativo, nelle amichevoli. Il colombiano ha debuttato, subendo gol non impossibili, contro il Milan (proprio sotto gli occhi di Reina che guardava dalla panchina la sfida tra la sua ex e la sua attuale squadra). L’italiano si è infortunato subito e sta completando il suo percorso di rientro in organico.
L’impressione è che chi sia il titolare tra questi lo deciderà Ancelotti e lo deciderà il campo. Ma, soprattutto, rischia di pesare il gradimento di Adl, presidente molto attento alla valorizzazione dei giocatori.

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Perin che ruolo ha?

Mattia Perin è considerato lo Zenga degli anni Duemila, attualmente in bianconero è come lo Szczesny dello scorso anno e alla Juve si augurano che sia anche il Buffon del futuro. Solo che l’ex Genoa sta per compiere 26 anni, ha grinta da vendere e, dopo aver superato ben due infortuni nelle ultime stagioni, non ha alcuna voglia di diventare il Rampulla di turno. O peggio di passare alla storia come Neto. O peggio ancora di essere considerato anche dopo il ritiro come il nuovo Buffon per la Nazionale (“tragedia” che ha colpito più di qualche portiere degli anni Duemila).
Giocherà in campionato dopo la Champions? Darà qualche turno di riposo a Wojciech Szczesny? Nessuna certezza al momento. Dichiarazioni di facciata molto morbide.
Certo la Juve ha due portieri molto diversi. Elastico e reattivo l’italiano, freddo e calcolatore il polacco.
Qualcuno a Torino è pronto a scommettere che a fine 2019 la gerarchia sarà inversa. Il volere della società, in questo caso, come già successo lo scorso anno, peserà eccome nella gestione dei due titolari. E la Juve difficilmente sbaglia.

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Handa è il miglior portiere in Italia

Samir Handanovic è il miglior portiere in Italia? Sicuramente, oggi, nonostante qualche prestazione in chiaroscuro dopo le eccellenze dello scorso campionato, è quello che sta meglio. Voleva la Champions? Eccola, la giocherà in un girone in cui sarà messo a dura prova. Si sente a rischio? Guarda in panchina e vede Padelli e Berni.
A 34 anni sa di affrontare una delle ultime sfide della sua carriera, insegue il primato di rigori parati attualmente detenuto da Pagliuca, ma ha cominciato tra le critiche dopo il gol preso da Belotti. Critiche che peraltro hanno accentuato l’eterno dilemma: è il miglior portiere della Serie A oppure no? Sicuramente è quello che, oggi, tra le big, rischia meno il posto da titolare.

Il primo o il secondo, questo è il dilemma

No, non parliamo dei bomber che scelgono il ristorante migliore su Tripadvisor e poi hanno il dubbio tra un piatto di pasta e una bistecca per non far salire il conto. Parliamo dei dubbi degli allenatori delle squadre di seconda fascia della nostra Serie A. Mai così tanti i ballottaggi in porta.
Gasperini all’Atalanta è sempre a metà tra Gollini e Berisha (per la verità predilige l’italiano). Velazquez a Udine ne ha addirittura tre: Scuffet (un altro degli eterni predestinati chiamati alla conferma come Meret e Donnarumma), Musso (che è stato preso per essere il titolare ma finora causa infortunio non si è visto) e Nicolas. Ad Empoli Terracciano dopo un girovagare sui campi dei dilettanti ha superato Provedel nel gradimento di Andreazzoli. A Ferrara Milinkovic Savic è arrivato per essere titolare, ma per ora guarda giocare Gomis.
Tranquillità di essere il numero 1 o tensione costante per una maglia sempre in dubbio?
Il dilemma continua e non sarà sciolto neppure quest’anno. Con buona pace dei fantallenatori. O almeno di quelli che, avendo Donnarumma, hanno perso Reina.

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Autore

Redazione

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