A tutti noi è successo nell’infanzia. Di fare o subire il bullo a seconda delle situazioni. Poteva capitare a scuola, all’oratorio, per strada…Solitamente il bullo era quello più alto, più grosso o quello con gli “amici grandi”.
In Premier League oggi c’è un bullo riconosciuto. Parliamo di Diego Costa, 26 anni portati malissimo, centravanti ispanico-brasiliano del Chelsea di Mourinho. Squalificato per tre giornata dalla prova tv inglese per “condotta violenta”. Durante l’ultimo match di campionato, uno dei venti derby di Londra, quello contro l’Arsenal, Costa ha provocato dall’inizio della partita i suoi marcatori. A cominciare da Koscielny che si è preso aggratis una manata in faccia durante un’azione offensiva dei Blues fino ad arrivare a Gabriel che come un allocco ha ceduto alle provocazioni del centravanti brasiliano e si è meritato un bel rosso di congratulazioni. Cambiando di fatto la storia del derby.
A far discutere inizialmente erano state le dichiarazioni del compagno di squadra di Diego Costa, il difensore francese Kurt Zouma: “Non siamo affatto sorpresi del comportamento di Diego. Lo conosciamo. Tutti sanno che a lui piace barare ed estromettere l’avversario dalla partita“. Non immaginiamo sapere il giudizio del difensore francese se Costa fosse il suo avversario.
Ma a metterci il peso da un quintale (in tutti i sensi) ci ha pensato il “piccolo” Adebayo Akinfenwa, centravanti del Wimbledon. Un tipo che da giovane sicuramente amava interpretare il ruolo del bullo: “A me Diego Costa piace. Però se provasse a fare le stese cose con me, uscirebbe un solo vincitore…”. Come a dire: “Ehi vecchio, prenditela con quelli della tua stessa taglia”.
Occhio Costa, avere Akinfenwa come nemico non ci pare una buona idea.