Arrigo Sacchi: “Berlusconi mi ha chiesto di allenare il Monza”

calcio25/10/2019 • 20:07
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Dany Mota
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Arrigo Sacchi allenatore del Monza. Un sogno di Silvio Berlusconi che non è riuscito però a realizzare. L’ex patron del Milan ha chiesto a Sacchi di sedere sulla panchina del suo nuovo club, ma lui ha rifiutato. Arrigo Sacchi è ritenuto uno dei più grandi allenatori di ogni epoca, questo grazie alla sua esperienza al Milan tra il 1987 e il 1991. Quel Milan, secondo World Soccer, è una delle squadre migliori di sempre. La sua avventura in rossonero e nel mondo del calcio internazionale inizia grazie ad una persona, l’ex patron del club meneghino Silvio Berlusconi. 

Arrigo Sacchi: “Berlusconi mi ha chiesto di allenare il Monza”

Nella stagione 1986-87 il profeta di Fusignano allena il Parma, in Serie B, ma finisce sotto i riflettori dopo aver battuto il Milan in Coppa Italia. Il suo gioco,  difesa a zona e pressing, conquistano il presidente rossonero che farà di tutto per averlo a Milano. Sacchi propone un rivoluzionario 4-4-2, la stampa non apprezza il suo metodo, alcuni dei suoi giocatori anche ma Berlusconi è sempre più convinto della sua scelta. In quattro anni il suo Milan vincerà 1 Campionato italiano, 1 Supercoppa italiana, 2 Coppe dei Campioni (Champions League), 2 Supercoppe UEFA e 2 Coppe intercontinentali. Con i rossoneri il mister ha vinto tutto ciò che si poteva vincere. Un grande Milan rimasto nel cuore dei tifosi rossoneri ma anche nel cuore del Cavaliere che a ottobre, dopo l’esonero di Zaffaroni, ha fatto al tecnico una particolare richiesta. A rivelarlo è lo stesso Sacchi, in un’intervista rilasciata a ‘L’Assedio’ su Canale 9.

 

Berlusconi mi ha chiesto di allenare il Monza. Io però non faccio parte di quei generali che dicevano ‘Armiamoci e partite’. Amo ancora il calcio, mi piace il fenomeno, non solo da un punto di vista agonistico, ma anche sociale e culturale però non ho più quella forza derivante dall’ossessione che è qualcosa in più che ti tira fuori l’energia anche dall’alluce. Ho vissuto per il calcio, che mi ha ripagato con emozioni indescrivibili. Il calcio è il riflesso, la metafora della storia di una nazione, della sua cultura”.

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