La grande rivelazione di queste prime due giornate dei gironi di Champions League è sicuramente lo Sheriff. Il club moldavo ha vinto contro lo Shakhtar Donetsk all’esordio, ma ha vinto clamorosamente anche contro il Real Madrid al Santiago Bernabeu. La squadra che milita nella Divizia Naționalăsi si ritrova quindi da sola in testa alla classifica del Gruppo D. Tanta la curiosità attorno a questa società dell’est Europa, tanta la curiosità di sapere cosa si nasconde dietro a questo incredibile successo. Prova a spiegarlo il tecnico, Jurij Mykolajovyč Vernydub.
I segreti dell’allenatore dello Sheriff: proverbi e detti
L’uomo si è confessato al quotidiano russo Championat e, tra i vati temi affrontati, ha spiegato come riesce a motivare i suoi ragazzi: “Abbiamo una squadra internazionale e ogni partita c’è bisogno di trovare le parole giuste che possano toccare le giuste corde e il cuore dei calciatori. Nella nostra epoca c’è Internet, ed è più facile leggere molti libri e prendere buoni detti da lì”.
Video, tecnologie, musica? Macché, semplici proverbi: “Non svelerò tutti i segreti, ma, per esempio, prendo alcune cose dai libri di Umar Khayyām (poeta, filosofo e matematico persiano). Si può sempre trovare un proverbio o detto che sia adatto alla situazione e trasmetterlo alla squadra. Inoltre, capisco l’inglese. Non lo so parlare bene come lingua e devo impararla entro Capodanno. Sono autodidatta e mi impegno solamente a tarda sera”.
Un metodo semplice e sicuramente singolare, che al momento pare stia funzionando. Basti pensare alla vittoria contro il Real Madrid. Non si sa che proverbio abbia utilizzato negli spogliatoi del Santiago Bernabeu per i suoi ragazzi, ma la vittoria dello Sheriff rimarrà nella storia: “Quando il Real ha pareggiato nel secondo tempo, qualcosa è cambiato. Ha segnato Benzema ma ero fiducioso nei ragazzi e ho visto quando sono andati a giocare la palla al centro del campo che voglia avevano di rifarsi. Dopo il gol della vittoria c’era così tanta gioia che sono caduto in ginocchio. Emozioni che sono difficili da raccontare, sia per me che per tutti”.