A 40 anni, un'età in cui molti calciatori dicono addio al rettangolo verde, anche Scott Carson ha ufficialmente deciso di appendere i guanti al chiodo. Un addio che per molti potrebbe passare inosservato, ma che racconta una storia singolare di successi ottenuti ai margini del campo. Carson, infatti, lascia il calcio con una bacheca ricca di trofei, pur avendo visto il campo solo in rare occasioni con il Manchester City e il Liverpool.
L'ombra del protagonista
Il paradosso di Carson? Vincere senza giocare. Tra il 2005 e il 2006, l'inglese accumula tre titoli con la maglia del Liverpool, tra cui una prestigiosa Champions League, pur scendendo in campo solo due volte. Un numero che si ripeterà nel suoi anni al Manchester City dove, dal 2019, pur giocando appena due partite, aggiunge ben undici trofei al suo palmarès. Definirlo un panchinaro di lusso è dir poco.Ma in quanti possono vantare una storia del genere?
Gli anni d'oro in Premier League
Prima di diventare l'amuleto di successo per i giganti del calcio inglese, Carson è stato protagonista di quattordici anni da titolare tra Premier League e Championship. Dal 2006, quando diventa l'uomo tra i pali dell'Aston Villa, sembra destinato a diventare il futuro della nazionale inglese. Tuttavia, un errore fatale compromette la qualificazione dell'Inghilterra a Euro 2008, e da lì la carriera di Scott prende una piega inaspettata.
Il mentore nello spogliatoio di Guardiola
Nel 2019, quando Pep Guardiola cerca un terzo portiere che non causi drammi ma che sia, anzi, una presenza positiva nello spogliatoio, la scelta cade su Carson. In qualità di uomo-squadra con l'esperienza accumulata nei due anni passati al Liverpool.


