In Italia si ripete spesso che il futuro del calcio debba passare dai giovani. Un principio condiviso, almeno a parole, che però troppo spesso si scontra con la realtà dei fatti: i baby talenti vengono invocati, ma raramente accompagnati, finendo per cercare altrove lo spazio che in patria non trovano. Al netto dei casi di chi ha scelto consapevolmente di misurarsi con campionati più ricchi e competitivi — come Leoni o Calafiori, approdati in Premier League — la parabola di Samuele Vignato resta uno dei paradossi più difficili da spiegare del nostro calcio recente.
La storia di Samuele Vignato
Classe 2004, piede destro educato, tecnica sopra la media e dribbling naturale, Vignato è l’identikit del trequartista moderno: un giocatore capace di legare il gioco, rifinire l’azione e arrivare alla conclusione con tempi e qualità. Cresciuto nel settore giovanile del Chievo Verona, fino a pochi anni fa era considerato uno dei prospetti più interessanti del panorama italiano, al punto da attirare l’attenzione di club come Milan, Juventus e Lazio.
Nel 2021 è stato il Monza a puntare su di lui, tesserandolo in un progetto ambizioso che lo ha visto restare in Brianza per quattro stagioni. In questo periodo Vignato ha collezionato 49 presenze e 2 reti, trovando però scarsa continuità. Il suo momento di massima esposizione arriva nel 2023, quando diventa protagonista assoluto dell’Europeo Under 19 vinto dagli Azzurrini, segnando 7 gol complessivi tra qualificazioni e fase finale e confermando sul campo le qualità intraviste dagli addetti ai lavori.
Eppure, nonostante le prestazioni e il potenziale evidente la scorsa estate il Monza non gli ha rinnovato il contratto lasciandolo partire a zero. Nessun club di Serie A ha chiamato il ragazzo che su consiglio di Mirko Marić, ha scelto di accettare l'offerta del Rijeka, convinto che lì avrebbe trovato spazio e fiducia.
L’esplosione con il Rijeka
La scelta si è rivelata fin qui vincente. Con la maglia del Rijeka, Vignato ha finalmente trovato continuità di impiego e centralità nel progetto tecnico. I numeri parlano chiaro: 2 gol e 1 assist in Conference League in 12 presenze complessive, ma soprattutto prestazioni in costante crescita. I media croati ne esaltano l’impatto immediato, descrivendolo come un giocatore capace di diventare essenziale in pochissimo tempo, grazie alla sua intelligenza tattica e alla qualità tra le linee.
La sensazione è che Vignato rappresenti l’ennesimo talento italiano costretto a sbocciare lontano dai riflettori della Serie A, per motivi difficilmente spiegabili sul piano tecnico. Un profilo come il suo, per caratteristiche e costi, farebbe comodo a più di una squadra del nostro campionato. Basti pensare alla Lazio, dove Maurizio Sarri ha più volte richiesto un centrocampista offensivo di qualità: Vignato rientrerebbe perfettamente anche nei parametri economici imposti dall’indice del costo del lavoro allargato, vincolo che guiderà le scelte del club biancoceleste nel mercato invernale. E allora resta una riflessione amara, ma sempre attuale: “Nemo propheta in patria”. Samuele Vignato sta dimostrando in Croazia ciò che in Italia molti avevano intravisto, ma pochi hanno avuto il coraggio di aspettare.


