Andrea Abodi, veterano navigatore delle acque politiche italiane, si è trovato inaspettatamente al centro di una tempesta mediatica. Al termine del question time alla Camera, i giornalisti l'hanno stretto d'assedio, desiderosi di estorcere una dichiarazione sulla controversia legata alla partita di qualificazione ai Mondiali tra Italia e Israele.
La contraddizione delle Politiche Internazionali nel calcio
Abodi ha cercato di mantenere la calma, ma una domanda su tutte non gli ha concesso tregua: "Perché la Russia è stata esclusa dalle competizioni e Israele no?" In un contesto internazionale così complesso, la risposta di Abodi è stata chiara ma delicata: "La Russia è un Paese aggressore, Israele è stato aggredito, forse questo si dimentica completamente". Una risposta che, invece di placare, ha riacceso il dibattito.
Il nodo del 7 ottobre e le sue conseguenze
La data del 7 ottobre incombe pesantemente sulle discussioni attuali, ricorda Abodi. "Se non ci fosse stato il 7 ottobre non saremmo in questa condizione, e se Hamas non si nascondesse dietro la popolazione civile, probabilmente non saremmo in questa condizione". Un commento che getta luce su una situazione ben più intricata del previsto, mescolando considerazioni sportive con quelle politico-militari.
La difficile scelta di giocare
Per molti, la partita non dovrebbe essere giocata, ma per Abodi la linea è già tracciata: "La mia opinione è che si debba giocare, è in programma e si gioca come si è giocata già la partita dell’anno scorso, se non sbaglio proprio a Udine". Un’affermazione che, nonostante l’apparente linearità, disegna i contorni di una scelta difficile, influenzata da contingenze che vanno ben oltre il rettangolo verde.



