Il tecnico dell'Empoli Andreazzoli è intervenuto l'altro giorno sul delicato tema della guerra a Gaza e ha puntato il dito contro tutto il mondo del calcio, sentendosi in imbarazzo per farne parte.
Andreazzoli rompe il silenzio su Gaza
Il tecnico dell'Empoli Andreazzoli ha parlato in conferenza stampa prima della partita contro il Sassuolo, ma ha sentito il dovere di fare una importante dichiarazione. Partendo dalla solidarietà mostrata dalla Lega Serie A e dal mondo del calcio al tema della violenza sulle donne, il tecnico dell'Empoli ha detto: "Mi fa piacere, il pubblico è una componente importante. So che ci saranno anche mille ragazzi delle scuole, e questo avvalora ancora di più l'importanza della gara. A proposito di questo, facevo una riflessione.
L'altra sera uscivo dallo stadio e mi ha avvicinato un signore che stava passeggiando col cane. Mi ha fatto una domanda che mi ha lasciato angoscia riferita a quella situazione disgraziata che sta succedendo a Gaza, dove migliaia di bambini sono deceduti e una quantità enorme sono ancora sepolti sotto le macerie. Pensando ai numeri di quella disgrazia, che sono una cosa esagerata, l'angoscia mi viene perché il mondo del calcio non parla di una situazione di questo tipo."
Una dichiarazione che non è affatto scontata. È infatti il primo tecnico della Serie A ad affrontare la delicata questione della guerra a Gaza e giustamente ha puntato il dito contro tutto il mondo del calcio per non essersi mosso o dato una voce a questa disgrazia che ogni giorno si svolge sotto gli occhi di tutti.
Il mondo del calcio ha deciso di stare in silenzio sulla questione tra Palestina e Isreale, salvo condannare qualunque gesto pubblico a favore del popolo palestinese da parte di calciatori arabi o musulmani (quello che è successo a El Ghazi in Germania è iconico).
Andreazzoli ha concluso il suo intervento dicendo: "Mi sono sentito in imbarazzo, il mondo del calcio dovrebbe prendere posizione. Non c'è colore, religione. Sono solo bambini."



