Le controverse dichiarazioni di Shon Weissman hanno fatto molto discutere in questi giorni (per usare un eufemismo) trascinandosi dietro una scia di polemiche che ha portato all'annullamento del suo trasferimento dal Granada al Fortuna Dusseldorf. La questione, che si intreccia con il delicato tema del conflitto israelo-palestinese, ha mobilitato i tifosi del club tedesco, causando una rapida retromarcia nella trattativa per l'ingaggio dell'attaccante.
Tifosi in rivolta
Il passaggio di Shon Weissman al Fortuna Dusseldorf sembrava ormai cosa fatta. L'attaccante israeliano era pronto a sbarcare in Germania per iniziare una nuova avventura in 2. Bundesliga. Tuttavia, alcuni contenuti pubblicati sui suoi profili social hanno innescato un moto di indignazione tra i supporter del club tedesco. Messaggi come "cancellare la striscia di Gaza" e "sganciare 200 tonnellate di bombe" hanno suscitato una reazione di massa. Attraverso i social media, i tifosi si sono scatenati etichettandolo come "genocida" e portando la società a ripensare l'affare. In un comunicato via X, il club ha dichiarato: “Abbiamo esaminato attentamente Shon Weissman, ma alla fine abbiamo deciso di non ingaggiarlo”.
La difesa di Weissman
Non si è fatta attendere la risposta del calciatore. Attraverso un post su Instagram, Weissman ha cercato di spiegare il suo punto di vista, sottolineando come "nessun esterno possa realmente capire la situazione". Ha descritto lo "spessore del dolore causato dagli eventi del 7 ottobre", giorno in cui ha affermato che intere famiglie israeliane sono state vittime di violenze estreme". L'attaccante ha ribadito di non voler essere etichettato come promotore d'odio, sostenendo: "È possibile opporsi al male verso tutte le persone innocenti e non permetterò di essere dipinto come un sostenitore dell'odio."
Lealtà ad Israele
L'ex Salernitana ha concluso il suo messaggio difendendo la naturale lealtà verso il suo Paese, affermando che "alla fine dei conti, una persona sarà sempre al fianco del proprio Paese indipendentemente da tutto". Ha espresso gratitudine per il supporto ricevuto, aggiungendo che continuerà a rappresentare la bandiera di Israele con orgoglio, ovunque la sua carriera lo porterà. Le posizioni politiche estreme del calciatore gli hanno già causato guai col Granada ed è il motivo per il club spagnolo lo ha messo fuori rosa e sta cercando di venderlo.


