Marco Borriello, l'ex centravanti della Roma dal 2010 al 2013, si è aperto in un'intervista a La Gazzetta dello Sport, rievocando alcune delle esperienze più significative del suo passato giallorosso. Con una schiettezza che da sempre lo contraddistingue, Borriello ha commentato anche l'attuale situazione del club capitolino sotto la nuova proprietà targata Friedkin.
Le parole di Borriello sul rapporto con Sabatini
Uno dei momenti più rilevanti dell'intervista arriva quando Borriello affronta il rapporto complicato con l'allora direttore sportivo Walter Sabatini. Ripercorrendo quegli anni, l'ex bomber non nasconde un certo risentimento quando parla di come venne definito "un problema" dal DS appena arrivato a Trigoria:
"Il motivo è logico: non essendo più giovanissimo, non potevo fruttare una ricca plusvalenza. La linea gestionale era acquistare calciatori per poi rivenderli, non certo puntare a vincere".
Una dichiarazione che illumina la filosofia gestionale della Roma di quei tempi, più attenta ai bilanci che ai risultati immediati sul campo. Secondo Borriello, l'idea era di costruire un club economicamente sostenibile, ma lontano dalle ambizioni di competere immediatamente per i trofei.Roma e il cambio di proprietà: il pensiero di Borriello su Friedkin
L'intervista si sposta poi sulla nuova era della Roma, guidata dalla famiglia Friedkin. Quando viene interrogato sul confronto tra l'era passata e l'attuale, Borriello si esprime con un certo equilibrio:
"Mah, per ora i risultati non sono stati soddisfacenti. Spero che quest’anno la Roma possa raggiungere un piazzamento Champions. I segnali sono buoni anche se l’Inter rimane la squadra più forte, il Napoli ha un mostro come Conte e il Milan ha fatto un ottimo mercato."
Sebbene riconosca alcuni segnali di miglioramento nella gestione e nelle ambizioni, l'ex attaccante sottolinea che la Roma deve ancora dimostrare il suo valore sul campo. Dalle sue parole traspare un mix di speranza e prudenza, un sentimento condiviso da molti tifosi.