Svolta storica nel calcio italiano: stipendi ridotti ai calciatori in caso di retrocessione

Dal settembre 2025, i calciatori italiani vedranno ridotto del 25% il loro stipendio in caso di retrocessione in Serie B, salvo accordi diversi. Una svolta storica
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L. Martínez
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L'introduzione di una norma che prevede la riduzione degli stipendi dei calciatori del 25% in caso di retrocessione in Serie B rappresenta una svolta significativa nel mondo del calcio italiano. A partire dal settembre del 2025, questa nuova regola contrattuale cambierà il modo in cui i club di Serie A affrontano la gestione economica in caso di retrocessione. Vediamo nel dettaglio cosa comporta questa nuova normativa e quali potrebbero essere gli effetti sulle società e sugli atleti.

Una norma per salvaguardare il portafoglio dei club

Come indicato nel recente contratto collettivo tra la Lega Serie A e l'Aic, firmato con l'approvazione della Figc, gli stipendi dei calciatori saranno automaticamente ridotti del 25% se il loro club retrocederà in Serie B. Questo accadrà soprattutto se squadre e giocatori non troveranno un accordo diverso. La norma, valida a partire dai contratti firmati dopo il 2 settembre 2025, permette ai club di avere una più facile gestione economica in caso di passaggio dalla Serie A alla Serie B.

Effetti economici sul mondo del calcio

Negli ultimi anni, il temuto impatto economico della retrocessione è stato parzialmente alleviato grazie al "paracadute", un contributo che varia da 10 a 25 milioni di euro. Tuttavia, nonostante questo aiuto economico, non tutti i club sono riusciti a mantenere a galla le proprie finanze. Basti pensare al Venezia, che nel 2022 vide scendere i ricavi da 41,8 a 25,5 milioni a fronte di stipendi quasi invariati. Lo Spezia, invece, riuscì a contenere la diminuzione di ricavi, tagliando drasticamente gli stipendi. L'introduzione della norma del 25% aggiungerà un ulteriore strumento per i club in difficoltà economica.

 

A salutare con entusiasmo questa novità è il presidente della Lega Serie A, Ezio Simonelli, che ha sottolineato il carattere storico dell'accordo. Simile l'opinione di Umberto Calcagno, numero uno dell'Aic, che ha definito l'intesa come frutto di un dialogo costruttivo. Entrambi vedono in questa normativa un passo verso un calcio più sostenibile ed equo. Non tutti, però, sono entusiasti. Sandro Mencucci, amministratore delegato del Lecce, ha espresso alcune riserve, definendo la norma come uno strumento utile ma con il rischio che venga sabotata da possibili "giochetti" contrattuali: "Spero non ci siano trucchetti per aggirare la norma", ha affermato, richiamando l'attenzione sulla possibilità di clausole che mantengano retribuzioni invariate anche in caso di retrocessione. 

 

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