Quanto accaduto tra la sera e la tarda notte di ieri a Terni ha dell'incredibile. Il presidente della Ternana Calcio, Stefano D'Alessandro, aveva deciso di esonerare il tecnico Ignazio Abate, ex terzino del Milan, e aveva già praticamente affidato la panchina a Fabio Liverani.
Poi, dopo ore frenetiche, l'incredibile dietrofront e la decisione di richiamare in panchina l'ex allenatore della Primavera rossonera. Ma cosa ha fatto cambiare idea al club e soprattutto perché si era deciso di sollevare Abate dall'incarico nonostante gli umbri viaggino a vele spiegate in seconda posizione del girone B di Serie C?
La turbolenta notte di Abate e della Ternana
Alla base dell'esonero dell'ex calciatore, secondo alcuni spifferi provenienti dalla società, ci sarebbero state divergenze con la proprietà riguardo la compilazione della lista giocatori aggiornata dopo la chiusura del calciomercato, da consegnare improrogabilmente entro la prossima partita di campionato datata 10 febbraio. Abate infatti, si vocifera, non avrebbe voluto inserire il figlio del patron, giocatore della Primavera delle Fere. Una frattura insanabile con il successivo allenamento dell'allenatore e la decisione di chiamare Fabio Liverani per sostituirlo. Poi però, è arrivato il dietrofront.
Sarebbero stati i giocatori, durante un incontro con il presidente D'Alessandro durato fino alle 2 di notte, a spingere il numero uno della società a richiamare subito Abate: nessun membro della rosa voleva il suo esonero.
Bocche cucite e pochi commenti dopo la surreale vicenda, con D'Alessandro che si è limitato a commentare: "Cose di spogliatoio che rimangono nello spogliatoio". L'integrità di Abate stava quindi per costargli il posto, un caso simile a quanto gli successe da allenatore della Primavera del Milan, quando venne allontanato (si dice) da Ibrahimovic con l'accusa di non aver lanciato il figlio di Zlatan.
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