La Lazio alza la voce, ma lo fa lontano dai riflettori. Dopo il pareggio amaro contro l’Udinese, maturato al 95′ con il contestatissimo gol di Davis viziato da un tocco di mano, il club biancoceleste ha scelto la linea del silenzio stampa e ha deciso di affidare la propria protesta a un atto formale: una PEC inviata alla Lega Serie A. Una presa di posizione netta, che certifica il profondo malcontento della società e riapre con forza il dibattito sull’interpretazione del regolamento e sull’utilizzo del VAR.
L’episodio contestato
L’episodio che ha fatto esplodere la polemica è ormai noto. In pieno recupero, sul risultato di 0-1 per la Lazio, Davis trova il gol del pareggio per l’Udinese dopo un’azione concitata. Nel corso dell’azione, però, il pallone tocca il braccio dell’attaccante friulano prima della conclusione. Il VAR, dopo un rapido check, conferma la decisione del campo: rete regolare. Una scelta che ha lasciato interdetti i biancocelesti e che ha scatenato reazioni fortissime all’interno dell’ambiente laziale.
Il nodo centrale della questione riguarda il concetto di “immediatezza” tra il tocco di mano e la segnatura. Secondo l’interpretazione fornita dagli arbitri, il tocco non sarebbe stato immediatamente precedente al gol e quindi non punibile. Ma è proprio qui che, secondo la Lazio, nasce il problema: il regolamento non quantifica in modo chiaro cosa significhi “immediato”. Non esiste un numero di secondi, non esiste una casistica precisa, e tutto viene demandato alla sensibilità dell’arbitro e del VAR. Un’ambiguità che, inevitabilmente, apre la strada a decisioni differenti e a polemiche senza fine.

Lazio, presa di posizione netta di Lotito nei confronti della Lega
Una presa di posizione netta
Per questo la società capitolina ha deciso di scrivere direttamente alla Lega Serie A, chiedendo due interventi urgenti: chiarimenti ufficiali su quanto accaduto a Udine e una revisione dei criteri interpretativi per evitare che situazioni simili si ripetano in futuro. La Lazio non contesta solo la singola decisione, ma mette in discussione un sistema che, a suo avviso, non garantisce sufficiente trasparenza e uniformità di giudizio.
Il presidente Claudio Lotito, pur senza esporsi pubblicamente nel post partita, ha fatto filtrare tutta la sua preoccupazione. Episodi come quello di Udine, secondo il numero uno biancoceleste, rischiano di compromettere la regolarità del campionato. Quando le regole non sono chiare e lasciano troppo spazio all’interpretazione, il confine tra errore umano e percezione di ingiustizia diventa sottilissimo. Ed è proprio questa percezione che la Lazio vuole combattere.
Il silenzio stampa, in questo senso, è una scelta simbolica ma anche strategica. Niente dichiarazioni a caldo, niente polemiche urlate davanti alle telecamere. Solo un atto formale, indirizzato ai vertici del calcio italiano, per chiedere spiegazioni e soluzioni. La richiesta è chiara: ricostruire e rendere pubblici i criteri utilizzati dagli arbitri, uniformare le decisioni e ridurre al minimo le zone grigie del regolamento.












