Nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera, Leandro Castan ha raccontato il calvario del tumore al cervello che lo ha colpito nel 2014. Contro l'Empoli, nella sfida del 13 settembre, il difensore brasiliano lascia il campo per un problema al flessore. Da lì ha inizio l'incubo.
Castan: "È morta una parte di me"
"In quei 15’ è finita la mia carriera. È morta una parte di me." ha riferito Castan. "Durante il riscaldamento ho accusato un fasrtidio al flessore e a fine primo tempo sono stato sostituito. Tornato a casa ho iniziato a stare male: il giorno dopo la situazione è peggiorata, mi girava la testa e pensavo di morire. Dopo la risonanza magnetica mi hanno subito mandato a casa, il dottore era preoccupato ma inizialmente non mi diceva cosa avessi. Le prime due settimane furono terribili, vomitavo e avevo perso 2 kg. Ero senza forze, mai avrei pensato di vivere un momento del genere".
Spalletti: "Con me non giochi più"
Quindi, il retroscena su Spalletti relativo al ritorno in campo, datato 2016: "Rientrato dall'operazione, prima della gara con l'Hellas Verona, il mister mi disse che voleva rivedere il vecchio Castan. Giocai per la prima volta da titolare, ma fu una delle mie peggiori partite. A quel punto mi mostrò una foto del Frosinone dicendomi: <<Il tuo livello è questo, non puoi giocare qui. Con me non giochi più>>. In quel momento mi è crollato il mondo addosso".


