D'Amico: "Lookman come Koopmeiners: ci ha fatto male. Milan? Mai sentito fuori dall'Atalanta"

Il dirigente della Dea spiega alcune questioni passate, presenti e future ai microfoni de La Gazzetta dello Sport
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Tony D'Amico, direttore sportivo dell'Atalanta, ha rilasciato alcune dichiarazioni che hanno fatto discutere, non solo a Bergamo ma nell'intero mondo del calcio italiano. Con un passato da calciatore e un presente che lo vede come una delle pedine fondamentali nello scacchiere dirigenziale dei nerazzurri, D'Amico non ha mancato di affrontare tematiche scottanti come le voci che lo vedrebbero vicino al Milan e le situazioni complesse riguardanti Koopmeiners e Lookman. Ecco le sue parole e le riflessioni da un'intervista a La Gazzetta dello Sport.

 

Gli aspetti fondamentali

D'Amico parla della sua crescita professionale e della collaborazione con i Percassi, una collaborazione che definisce "difficile all’inizio ma molto formativa". L'ex dirigente del Verona ha trovato un equilibrio che oggi gli permette di risolvere problemi quotidiani con una nuova disciplina. "I miei principi restano gli stessi: lealtà, rispetto, l’importanza di risolvere problemi quotidiani".

 

Le voci sul Milan: solo speculazioni

Interrogato sulle indiscrezioni che lo vedrebbero legato al club rossonero, D'Amico ha tagliato corto: "Ho letto troppe cose: di sicuro non mi sono mai sentito, neanche per un giorno, fuori dall’Atalanta". Una dichiarazione che dovrebbe mettere a tacere i rumors di mercato.

 

I colpi più importanti

Quando si parla di mercato, non si può non menzionare i colpi più significativi. D'Amico menziona Amrabat, preso in prestito e rivenduto a 20 milioni, ma anche Zaccagni, una vera chiave per aiutarlo a maturare caratterialmente. Ammette però un rimpianto, e cioè di non aver fatto abbastanza per prendere Scamacca dal Sassuolo. Un aneddoto interessante riguarda la notte insonne passata a Milano per acquistare Dawidowicz dal Palermo: "Io e Margiotta chiusi in una stanza di un hotel a Milano dalle 12 all’una di notte, vietando ai suoi agenti di usare i telefoni, senza mangiare. E preso il giocatore ripartiamo, ma buchiamo in tangenziale: bloccati fino alle quattro del mattino".

 

Koopmeiners e Lookman: casi delicati

Finale amaro per quello che riguarda Koopmeiners e Lookman, casi che D'Amico definisce "molto simili e non piacevoli da vivere". C'è la difficoltà di gestire l'oggi dimenticando le esperienze condivise. "Sei costretto ad andare oltre certe emozioni che hai ancora addosso: è dura".

Matteo Zinani
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