Da Buffon a Osvaldo: quando la depressione colpisce il calcio. Motivi e come uscirne

Osvaldo è stato l'ultimo di una lunga serie di calciatori che ha confessato pubblicamente di soffrire di depressione: da Buffon a Ilicic, passando per Iniesta, Mertesacker  e André Gomes. Un problema che in Italia è ancora tabù, soprattutto nello sport, ma che colpisce sempre più professionisti a tutti i livelli. Per saperne di più abbiamo contattato lo psicologo e psicoterapeuta Mattia Cis.
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Osvaldo è stato l'ultimo di una lunga serie di calciatori che ha confessato pubblicamente di soffrire di depressione: da Buffon a Ilicic, passando per Iniesta, Mertesacker  e André Gomes. Un problema che è ancora tabù, soprattutto nello sport, ma che colpisce sempre più professionisti a tutti i livelli. Per saperne di più abbiamo contattato lo psicologo e psicoterapeuta Mattia Cis.

Ciao Mattia, Osvaldo ha rivelato di soffrire di depressione e di essere caduto nel tunnel delle dipendenze. Come mai la persona depressa trova spesso rifugio nelle droghe o nell'alcol?

Quando siamo depressi cerchiamo qualsiasi cosa pur di trovare sollievo. Le sostanze sono un modo veloce e facilmente reperibile per sfuggire dalle sensazioni negative, dalla tristezza o dal vuoto. Diventano così una sorta di autoterapia che però porta nel tempo ad ulteriori problemi e a maggiore sofferenza.

Iniesta raccontò: "improvvisamente la palla diventava ogni giorno più grande, ti senti male e la gente intorno a te non capisce". Difatti è idea comune che un calciatore milionario non possa essere depresso... che ne pensi?

La depressione è una vera e propria patologia, in alcuni casi anche di origine genetica e familiare, può colpire chiunque. Per il senso comune però le persone che ‘hanno tutto’ non dovrebbero essere depresse e questo stereotipo fa sentire ancora più solo che vive questa condizione. Non dobbiamo mai giudicare i vissuti degli altri sulla base dei nostri parametri.

Iniesta ha ammesso di continuare a fare terapia pur essendone uscito. Si può guarire del tutto dalla depressione?

Certo che si può guarire. Ci sono però tanti tipi di depressione che si esprimono in modo diverso e che possono avere cause diverse. Non sempre poi sappiamo di essere depressi o perché lo siamo. Nel dubbio bisogna consultare uno specialista come uno psicoterapeuta o uno psichiatra.   

De Bruyne ha dichiarato: "Gioco senza sosta praticamente da due anni. Ho bisogno di riposo fisicamente e mentalmente ma nessuno ascolta noi calciatori". Pensi che i ritmi del calcio di oggi aumentino le possibilità che il calciatore cada in depressione? L'Uefa dovrebbe fare qualcosa a tal proposito?

Tutti gli ambienti dove ci sono enormi interessi economici in gioco e una pressione all’eccellenza possono essere tossici e creare burnout e problemi psicologici. Spesso poi nel mondo del calcio si tratta di persone molto giovani che raggiungono velocemente vette molto alte. Ogni caso è a sé ma monitorare la salute psicologica dei giocatori dovrebbe essere una priorità.

In Italia il discorso depressione è ancora tabù, soprattutto nello sport. Non pensi che le società dovrebbero avere stabilmente nello staff uno piscologo che supporti giocatori e allenatori, soprattutto nei grandi club dove ci sono tante pressioni?

Lo psicologo è una figura fondamentale che in molte società sportive è già presente. La psicologia dello sport ha una lunga storia. Bisogna però ricordare che lo psicologo non deve servire solo per migliorare le performance dei calciatori in un’ottica di eccellenza ma anche supportare le difficoltà emotive, fare prevenzione ed eventualmente mettere in protezione gli atleti come farebbe un medico sportivo per evitare gli infortuni.

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