Juventus, senti Matri: "Vlahovic deve partire titolare. Allegri mi deve spiegazioni"

Alessandro Matri ha rilasciato una lunga intervista parlando del suo passato bianconero e di quello che sarà il futuro della Vecchia Signora
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L'ex attaccante della Juventus, tra le altre, Alessandro Matri, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport. Intervista nella quale si è lasciato andare come un fiume in piena. Tanti, tantissimi i temi trattati: dal suo passato in bianconero, ricco di aneddoti, al commento sulla Juve attuale.

 

Matri svela anche un retroscena: "Ecco perché Allegri mi deve spiegazioni"

Si parte con un aneddoto su Conte e dal rapporto con Allegri: "In bianconero con Antonio Conte svenni in allenamento. Mai vissuto un’esperienza così: tournée Usa, 100% di umidità, 40 gradi e noi ancora col jet lag. Conte ci mandò subito in campo, un po' ho retto ma avevo i battiti sopra i 200 e mi fermai con i brividi. Antonio mi prese in giro: “Mi avevano detto che avevi gli attributi...”. Col tempo mi sono abituato: Vidal e Marchisio reggevano meglio di tutti, io e Toni chiudevamo il gruppo".

 

Con Allegri rapporto di amore e odio: "Allegri mi ha fatto ridere tanto, ma anche altro... A Cagliari il primo anno giocavo sempre 20 minuti. A Lecce mi fece entrare con Lazzari nel finale quando eravamo già sotto per 2-0 e nel post partita se la prese con noi due per la sconfitta. Chiesi lumi a Landucci, il suo vice, che mi rispose “Fa così perché vi vuole bene”. Alla Juventus ci rimasi male quando mi mandò in tribuna in finale di Champions League: avevo appena segnato in finale di Coppa Italia, pensavo di andare almeno in panchina. Invece io e Pepe restammo fuori e ci consolammo bevendo e mangiando. Un giorno forse Max mi spiegherà".

 

Si continua con una breve recensione dell'attuale rosa juventina: "Attacco? Ci sono sei uomini per tre maglie, ma non è un problema: con le tre competizioni ci sarà spazio per tutti, per cui Tudor ha la possibilità di gestirli senza problemi. E poi il centrocampo è forte: Thuram ha un anno in più d’esperienza e si vedrà, gli darà qualcosa in più in termini di rendimento. Bremer, poi, ridà sicurezza alla difesa e scioglie i compagni: mi sembrano più sereni accanto a lui, più disinvolti. Il suo recupero è davvero prezioso per i bianconeri".

 

Un consiglio per Yildiz: "Yildiz è atteso alla stagione della consacrazione, ha la fiducia di tutti. Con la consegna della maglia numero 10 l’anno scorso è stato fatto un passo notevole, soprattutto perché parliamo della Juve. Lui ha percepito quanto il club si affidi alle sue qualità. Mi sembra consapevole delle sue capacità, ma allo stesso tempo umile e coi piedi per terra".

 

Su Tudor invece: "Tudor lo vedo un allenatore serio, non certo uno di passaggio. L’orgoglio di allenare la Juventus lo spinge a dare di più. Ma lui conosce il calcio, non è necessario conoscere il mondo bianconero per incidere. Lui sta facendo bene perché ha dimostrato di essere capace nella gestione di situazioni complesse. Il suo compito più grande adesso è quello di valorizzare la squadra che gli hanno messo a disposizione, ma almeno stavolta ha avuto il tempo per lavorare. La Juventus, in questo senso, ha già una chiara identità, una fisionomia definita".

 

Infine, sul caso Vlahovic: "Non era semplice da gestire, anche per il discorso relativo all’ingaggio e al contratto. Tudor ha saputo stimolarlo in estate. Ma l’attacco in generale è forte: ci sono goal e qualità. Nel mio reparto offensivo ideale metto sempre Dusan titolare: se sta bene per me può veramente fare la differenza. Vlahovic mentalmente lo vedo bene e penso che renderà al massimo: ora sta anche bene dal punto di vista fisico, in passato i problemi legati alla pubalgia l’avevano inevitabilmente condizionato".

Giuseppe Patti
Tags :JUVENTUS

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