Settimana da dentro o fuori per Igor Tudor. La sconfitta contro il Como ha rotto l’equilibrio fragile che regnava attorno alla panchina bianconera e ha spinto la dirigenza ad interrogarsi nuovamente sul futuro dell'allenatore croato. Il tecnico, confermato per dare continuità al lavoro svolto nella parte finale della scorsa stagione, ha da poco rinnovato fino al 2027 (con opzione per il 2028) e adesso si gioca tutto in due partite da brividi: Real Madrid in Champions League e Lazio in campionato.
Un possibile ritorno a sorpresa
Il contesto obbliga prudenza: dopo l’esonero di Thiago Motta meno di un anno fa, l’area sportiva guidata da Damien Comolli non può permettersi un secondo errore a distanza di così poco tempo. Ed è proprio qui che si riapre il paradosso che nessuno dalle parti della Continassa si sarebbe mai aspettato: il possibile ritorno di Thiago Motta. L’italo-brasiliano, che ha detto no al Monaco, continuerà a gravare sui conti della Juventus per altri due anni (e un totale di circa 15 milioni complessivi); un rientro immediato ridurrebbe il danno contabile e riposizionerebbe in panchina un tecnico che, un anno fa dopo lo stesso numero di giornate, aveva un punto in più, era imbattuto e aveva incassato un solo gol contro i sette della gestione Tudor.
Gli altri nomi in lista
Non è l’unico nome in agenda. Sul tavolo della dirigenza esiste una short-list variegata: si passa da profili altissimi come Spalletti o Mancini (reduce dal no al Nottingham Forest), a piste estere come Marco Rose ed Edin Terzic, fino alla candidatura di Palladino - gradito al dt Modesto - nel caso si scelga un riposizionamento più strutturale.
Il messaggio, intanto, è arrivato chiaro allo spogliatoio: servono un cambio di passo e risultati immediati. Se non ci saranno cambiamenti tra Real Madrid e Lazio, la Juventus non esiterà a cambiare nuovamente in panchina, a distanza di meno di dodici mesi.
