Il ritiro precampionato di Auronzo di Cadore è ormai alle porte, e stamattina la Lazio ha presentato in conferenza stampa il nuovo tecnico Marco Baroni, erede designato dei dimissionari Sarri e Tudor. Approfittando dell'occasione, il patron biancoceleste Claudio Lotito è intervenuto per parlare delle scelte del club in ottica mercato e soprattutto togliersi qualche sassolino dalla scarpa.
Lazio, Baroni si presenta, Lotito non risparmia frecciate
Prima e dopo la conferenza del nuovo tecnico biancoceleste, Lotito ha iniziato la sua invettiva contro il calcio moderno: "Prima si cercavano le bandiere, oggi lo vedete in tutte le squadre... Io sono uno degli ultimi ad aver cercato punti fermi, ma le scelte di alcuni sono state funzionali per gli interessi economici che prescindono all'attaccamento alla maglia. Vogliamo ripartire da una logica diversa, basata sulla professionalità, un allenatore che non va dietro alla teoria ma alla pratica. Chi merita gioca. Non gioca chi ha un nome che in passato ha avuto un peso, tutto va dimostrato giornalmente e nelle partite".
Il patron della Lazio difende le proprie scelte: "Con Baroni abbiamo trovato una sinergia e qualità umane ineccepibili, le qualità tecniche le dimostrerà. Doveva essere panchina d'oro, se l'è guadagnata con il Lecce e il Verona, non ha avuto la fortuna di questa possibilità prima, genererà nella squadra un rapporto diverso, gioca chi merita e fa la differenza. La premessa è questa".
Quando il giornalista del Corriere dello Sport gli parla di soldi spesi sul mercato, Lotito impazzisce letteralmente: "Sento cose che non hanno fondamento, la Lazio non sta facendo un ridimensionamento ma una riorganizzazione premiando il merito. I 30 milioni spesi? No, sono 40 milioni perché c’è anche l'iva più le commissioni agli agenti. Voi giornalisti scrivete cose non vere. Noslin l'ho pagato 18,3 mln di euro e non 15 perché c'è il 22% di iva da considerare visto che è un acquisto preso dall'Italia e non dall'estero. Non avete neanche idea della nostra sala scouting, in più stiamo ampliando Formello con l'Academy, stiamo rafforzando i nostri media e stasera incontrerò il sindaco per parlare dello stadio (il Flaminio, ndr). Leggo tante stupidaggini sui giornali. La Lazio fa quello che può fare, non possiamo permetterci acquisti come chi fattura 600 milioni di euro. Non è solo colpa nostra ma anche dei tifosi che non si abbonano e non vengono allo stadio. Tuttavia, come sempre, costruiremo una squadra competitiva. Lo era anche l'anno scorso, non lo era di testa nello spogliatoio".
E proprio parlando di spogliatoio, dopo aver annunciato un imminente grande colpo di mercato, parte l'attacco frontale...
Lotito contro Luis Alberto e Kamada
Il macigno dalla scarpa Lotito se lo toglie alla fine: "Alcuni hanno abbandonato la nave nonostante avessero avuto tutto quanto quello richiesto. Noi pensavamo che si potesse tenere in piedi il processo di bandiere, quindi tenere per più di 3 anni i calciatori. Mi dispiace solo per Felipe Anderson che ha fatto una scelta di vita. Voleva tornare in Brasile. Luis Alberto ha chiesto a tutti i costi il rinnovo e poi dopo la vittoria contro la Salernitana di punto in bianco ha detto di volersene andare via. Cosa avrei dovuto fare? Kamada lo volevamo tenere ma il procuratore ci ha chiesto 2,5 mln di euro, una richiesta non conforme agli interessi della società. Ho sbagliato in passato a tenere i giocatori che non c'erano con la testa. Ai primi tentennamenti, ai primi comportamenti sbagliati dovevo mandarli via invece per un senso di appartenenza tenevo tutti. Stiamo ringiovanendo quella che era una delle squadre più vecchie della Serie A con giovani che hanno fame e che non si sentono già arrivati". Poi ha parlato anche delle dimissioni di Sarri e Tudor...
Lotito spiega cos'è successo con Sarri e Tudor
Il patron capitolino torna sulle dimissioni dei due allenatori: "L'obiettivo della scorsa stagione era la Champions League e non ci siamo arrivati perché abbiamo perso punti contro Lecce, Genoa e Salernitana. Con Sarri ho un rapporto idilliaco, ha dato le dimissioni perché ha trovato giocatori che assumevano posizioni non conformi alle sue esigenze. L'estate scorsa aveva chiesto Berardi e poi abbiamo visto com'è finita, aveva chiesto Ricci e gli abbiamo preso Rovella e vedrete chi è più forte e infine aveva chiesto Pellegrini e l'abbiamo accontentato. Lui si fissava coi nomi, io invece ho sempre pensato alle caratteristiche. Sono dell'idea che allenatori e giocatori possono essere sostituiti facilmente perché ce ne sono a bizzeffe, chi manca sono i presidenti che solitamente durano 5-6 anni e lasciano le società piene di debiti. Tudor? Anche con lui ci siamo lasciati in buoni rapporti. Aveva chiesto di rivoluzionare tutta la rosa".
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