La Lazio fa il suo ingresso nel cuore pulsante della finanza globale, Wall Street. Sebbene il club romano non sia tra quelli quotati al famoso indice Nasdaq, dove notoriamente si scambiano solo titoli tecnologici, la sua partecipazione alla prestigiosa cerimonia della chiusura delle contrattazioni può essere vista come un segnale forte. Enrico Lotito, figlio del presidente Claudio e direttore generale del settore giovanile del club, insieme a Emanuele Floridi, ha avuto l’onore di suonare la campanella al Nasdaq, scatenando tante domande e molta curiosità.
Passo verso l’internalizzazione
La presenza della Lazio a Wall Street è un evento che segna un cambio di passo importante nella strategia di crescita del club. Secondo solo al Paris Saint-Germain tra i club calcistici che hanno avuto l’onore di partecipare a quest’evento, la Lazio dimostra di volersi posizionare come un interlocutore rilevante nell’arena internazionale del calcio e non solo. Enrico Lotito ha sottolineato l’importanza simbolica e concreta di questo momento, dichiarando: “È motivo di grande orgoglio… Rappresenta un passaggio simbolico ma anche concreto di un percorso di crescita che la Lazio sta portando avanti con visione e responsabilità, guardando al futuro dello sport come sistema integrato fatto di formazione, innovazione e relazioni internazionali“.

L’approccio della Lazio non si limita all’aspetto sportivo, ma abbraccia un percorso che travalica il campo da gioco. Come ha affermato Floridi: “Suonare la campana del Nasdaq significa portare la Lazio in uno dei luoghi simbolo dell’innovazione globale“. La prospettiva è quella di stabilire nuovi contatti e relazioni, facilitare opportunità di collaborazione nei mercati globali, e mantenere un dialogo permanente con il mondo della finanza, della tecnologia e dei media internazionali.
Il futuro della Lazio
L’obiettivo di questa partecipazione va oltre il semplice gesto simbolico. Enrico Lotito ha continuato spiegando come questo evento rappresenta “l’inizio di un percorso che va oltre il calcio giocato e racconta un club capace di dialogare con finanza, tecnologia e media internazionali, valorizzando il proprio brand e la visione distributiva del prodotto in una fase di profonda trasformazione del settore sportivo globale“.
Questo evento è soltanto l’inizio di una serie di iniziative che la società laziale intende intraprendere. L’immagine della campanella suonata a Wall Street non è solo una gran mossa di marketing, ma un’indicazione precisa della direzione che il club vuole prendere.
Cosa c’è dietro?
Sono molti a pensare che la “comparsata” di Enrico Lotito e della Lazio al Nasdaq sia indissolubilmente legata al progetto di dotare il club di un suo stadio di proprietà, lo Stadio Flaminio. Lo storico impianto romano, in stato di degrado dal 2011, è l’obiettivo della società, che ha presentato un dossier al Comune di Roma, anche se l’iter al momento pare bloccato per mancanza di documentazione. Si parla di un progetto da 400 milioni di euro, e il viaggio a New York della delegazione biancoceleste si pensa possa essere associato alla ricerca di investitori. Da non dimenticare poi la partnership strategica con Legends, colosso globale nella gestione di impianti sportivi e nell’ospitalità, che in caso di via libera al progetto Flaminio dovrebbe occuparsi di tutti gli aspetti commerciali.











