Claudio Lotito senza freni. Alla cena di Natale organizzata dalla Lazio, il presidente biancoceleste ha scelto di rompere il silenzio e affrontare a viso aperto una delle fasi più delicate della sua lunga gestione, segnata dal blocco del mercato e da un clima di forte tensione con una parte della tifoseria. Le sue parole, dure e dirette, hanno immediatamente fatto rumore, riaccendendo il dibattito sulla sostenibilità economica del calcio italiano e su regole che, a suo dire, penalizzano chi lavora in modo virtuoso.
Lotito sul momento della Lazio e sul rapporto con i tifosi
Il tema centrale è il mercato bloccato, una situazione che ha condizionato pesantemente la stagione della Lazio e il lavoro di Maurizio Sarri, tornato sulla panchina biancoceleste con l’obiettivo di rilanciare il progetto tecnico. La mancata possibilità di tesserare nuovi giocatori ha costretto l’allenatore a fare di necessità virtù, lavorando con una rosa incompleta e limitata rispetto alle ambizioni del club. Nonostante ciò, Lotito ha ribadito la fiducia nella possibilità di risolvere la questione in tempi brevi, guardando con moderato ottimismo alla finestra di mercato di gennaio.
Nel suo intervento, il presidente non ha nascosto l’amarezza per le critiche ricevute, soprattutto da parte dei tifosi. “Se qualcuno si sente tradito, il tradito sono io”, ha dichiarato con fermezza, rivendicando il lavoro svolto in questi anni esclusivamente nell’interesse della Lazio. Lotito ha respinto l’idea di poter cedere la società sotto la pressione della piazza, sottolineando come cori e contestazioni non lo faranno indietreggiare di un passo. Anzi, secondo il presidente, il clima di tensione creatosi attorno al club sta finendo per danneggiare la squadra più che aiutarla.

Uno degli striscioni dei tifosi della Lazio contro Lotito | IMAGO/Italy Photo Press, IMAGO
L’attacco di Lotito
Uno dei passaggi più forti del suo discorso riguarda i presunti problemi economici della Lazio. Lotito ha voluto difendere con decisione la solidità finanziaria del club, lanciando una stoccata evidente – seppur senza fare nomi – ad altre società di vertice del campionato. “Ci sono squadre che fanno debiti per 500 o 600 milioni eppure si iscrivono al campionato e fanno mercato senza problemi”, ha affermato, sollevando interrogativi sull’equità del sistema di controlli. Un’accusa pesante, che chiama in causa le big del calcio italiano e riapre la discussione sulla disparità di trattamento tra club indebitati e società considerate virtuose.
Lotito ha rivendicato un modello di gestione della Lazio prudente e sostenibile. Secondo il presidente biancoceleste, il danno subito dal club non è stato solo tecnico, per l’impossibilità di rinforzare la squadra, ma anche reputazionale, perché l’immagine della Lazio sarebbe stata ingiustamente associata a difficoltà finanziarie che, nei fatti, non esisterebbero.
Infine, Lotito ha chiarito nel dettaglio la questione dell’indice di liquidità, sostenendo che la norma sia stata abolita dal 1° luglio, salvo poi essere “ripescata” in modo contraddittorio a causa della suddivisione del mercato in due tranche. Una prima fase, dal 1° luglio al 31 agosto, basata su una regola ormai superata, e una seconda a gennaio, allineata ai parametri UEFA, che in passato hanno sempre dato il via libera alla Lazio. “Ho già presentato i conti per il mercato di gennaio – ha concluso – ora deciderà la Commissione, ma siamo fiduciosi. Anche altre squadre avranno problemi”.












