Marotta: "Modric? Spot positivo per la Serie A". Poi un aneddoto su CR7 alla Juve che ben dimostra la sua "maniacalità"

Il presidente dell'Inter Beppe Marotta ha parlato a margine della presentazione di un libro di tanti temi interessanti: da San Siro al divario tra A e Premier, fino ad un aneddoto su CR7
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A margine della presentazione del libro “Il calcio del futuro, tra intelligenza artificiale e azioni sostenibili” di Stefano Boldrini, è intervenuto il presidente dell’Inter Beppe Marotta, parlando di vari temi tra cui lo stadio San Siro e il divario tra Serie A e Premier League. Interessante anche un aneddoto su Cristiano Ronaldo.

Marotta tra San Siro, Serie A e...CR7

Primo punto, il nuovo stadio: "Oggi abbiamo conquistato un posizionamento importante. Possiamo dire che possiamo costruire uno stadio nuovo, che deve rispondere alle esigenze di modernità, nel rispetto dei cittadini, di un senso civico ed etico e di una sostenibilità ambientale. Di più non dico, siamo in una fase burocratica interlocutoria. Ora dovremo procedere all’acquisizione del vecchio San Siro e delle aree limitrofe: a breve, nel mese di novembre, faremo il rogito. In seguito servirà la fase progettuale, nella quale dovrà esserci il rispetto dei criteri a cui facevo riferimento in precedenza".

 

Il numero uno dell'Inter vede di buon grado l'arrivo in Italia di Modric: "Io vedo in lui uno spot positivo per il calcio italiano. I nostri figli e nipoti si innamorano vedendo un giocatore simile, magari vogliono ripetere le sue gesta in allenamento. La china del nostro calcio è in discesa, oggi il nostro è un campionato". Un calcio italiano un po' in declino: "I club prima compravano i campioni giovani e li tenevano fino a fine carriera, oggi arrivano nella fase calante. Noi oggi non siamo in grado di comprare un giocatore del Real Madrid. Guardate Mastantuono, pagato 60-70 milioni di euro: tutte le italiane spendono al massimo 30-35 milioni per un 2006. Il mercato è molto limitante. I grandi club della Serie A, Inter, Milan, Juve, Roma, Napoli, Atalanta, hanno dovuto ricorrere al player trading e alle plusvalenze. La vendita dei giocatori prima era una cosa rara, oggi diventa uno strumento caratteristico del bilancio. Senza le plusvalenze né Milan, né Inter né Juventus riuscirebbero a presentare un bilancio adeguato".

 

Da qui il divario con la Premier League: "La grande differenza tra l’Italia e l’Inghilterra sta nei diritti tv: valgono quattro volte i nostri, noi arriviamo a 200 milioni e loro arrivano 3 miliardi. L’aspetto economico non ti dà un potere competitivo".

 

Infine un aneddoto su Cristiano Ronaldo ai tempi della sua esperienza alla Juventus: "Ronaldo è diverso dagli altri, analizzava anche le bottiglie dell’acqua e le caratteristiche. Se ancora oggi è un campione è anche per questo. L’algoritmo ti aiuta, ma non è determinante assolutamente".

Giulio Piras
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