Ogni volta che interviene, che sia in televisione, in qualche intervista o negli ormai famosi podcast, Zvonimir Boban lo fa senza peli sulla lingua ed esprimendo sempre in maniera diretta il suo pensiero. E quando si parla del "suo" Milan, lui che per poco meno di un anno ne è stato Chief Football Officer, non usa di certo un trattamento di favore.
In una lunga intervista rilasciata ad Andrea Longoni sul canale Youtube Milan Hello, Boban ha raccontato alcuni retroscena del suo periodo a Milanello, tra decisioni sbagliate e quelle che invece avrebbero potuto cambiare il corso della storia rossonera.
Le differenze tra Inter e Milan
Nell'intervista si è partiti da un confronto le due squadre milanesi, con Boban che ha posto l'accento sulle differenze di approccio e costruzione della squadra. "Sul piano tecnico non credo siano così lontane ma su come si costruisce una squadra competitiva, sì, c'è un abisso. Il Milan ha bisogno di 3 o 4 innesti giusti per riequilibrarsi e trovare una logica di gioco, che non c'è da tutto l'anno. Al contrario, l'Inter sembra sempre sapere cosa fare".
Il suo arrivo da dirigente al Milan con la chiamata di Maldini
Boban ha poi ripercorso il momento in cui Paolo Maldini lo contattò nel 2019 chiedendogli di unirsi a lui in società: "Io lascio la FIFA, Paolo mi chiama quando Leonardo va via. Paolo voleva andare via, gli dissi 'Sei più tu Milan del Milan che c'è oggi, non puoi andare via'. Così sono partito per Milano, Paolo era incerto se restare o no, io ero felice di tornare nella società che amo. Non sono nato milanista, ma lo sono diventato. Arrivo, mi rendo conto che la squadra va cambiata tutta e di fatto in sei mesi abbiamo cambiato 13 giocatori. Era chiaro che non eravamo completi, infatti dopo il mercato dico in un'intervista che i bimbi da soli non possono giocare. E in società erano abbastanza arrabbiati. Ma ho dovuto dirlo perché era giusto così, non potevano crescere da soli e infatti a gennaio prendiamo Kjaer e Ibrahimovic, due innesti fondamentali per lo scudetto. Io lascio due mesi dopo per le ragioni che i milanisti sanno. Senza quei due, soprattutto senza Zlatan, nulla sarebbe stato creato di quel Milan".
Due colpi top fatti e... sfumati
L'ex dirigente rossonero ha rivelato poi alcuni affari mancati che avrebbero potuto portare a Milano due grandi talenti, partendo da un giudizio su Moncada. "Ottimo capo scout, ma dopo i giocatori li sceglievamo noi", ha spiegato passando poi al retroscena riguardante i due (quasi) acquisti:: "Personalmente sono andato a chiudere Dani Olmo. Non hanno voluto farlo, era gennaio 2020. Era tutto accordato, si doveva magari alzare qualcosa, ma era un affare da 18 più 2. Poi abbiamo preso anche Szoboszlai, era tutto accordato: 20 milioni della clausola col Salisburgo. Anche lì negato e mi son detto 'Ma che roba è?".
Maldini e Tonali
Infine, il croato ha espresso il suo disappunto per la separazione tra Maldini e il Milan e per la cessione di Sandro Tonali: "Una pagina vergognosa, fatta in maniera vergognosa", ha commentato parlando dell'allontanamento della leggenda rossonera. Secondo Boban con Maldini ancora in sella la questione Tonali si sarebbe conclusa in maniera diversa: "Paolo non l'avrebbe mai lasciato andare. Siamo davanti a 70 milioni di differenza, non so quanti nello specifico. Tanti soldi ma che non dovevano mai venire al Milan perché Tonali non doveva andare via dal Milan. Perché il ragazzo è milanista", ha concluso.
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