Moratti: “Calciopoli? Serie A era manipolata, dovevano vincere Juve o Milan. Scudetto 2006? Lo rivendico”

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Massimo Moratti, ex storico presidente dell’Inter, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera, spaziando tra diversi temi. Da Calciopoli alla rivalità Ibrahimovic-Cambiasso, dallo scudetto 2006 ai retroscena sull’acquisto dell’Inter fino alla gestione Zhang. 

Moratti: “Calciopoli? Serie A era manipolata, dovevano vincere Juve o Milan”

L’ex numero uno nerazzurro ha confessato ad Aldo Cazzullo e Daniele Dallera che la moglie Milly ha scoperto dell’acquisizione dell’Inter in TV: Quando comprai l’Inter non dissi nulla a Milly. Lei lo apprese dalla TV. Diedi ordine di bloccare gli ascensori: temevo salisse in sede per fermarmi. Poi andai a casa. Non trovai nessuno. Brindai con la cameriera”. Ma quanto è costata l’avventura con il club meneghino? Moratti non lo ha svelato: “Non so quanti, non lo direi. Il calcio non è business; è passione. E le passioni non hanno prezzo”.

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La chiacchierata si sposta poi su Calciopoli. In quegli anni si è parlato parecchio dell’addio di Sandro Mazzola, che aveva raccontato di aver lasciato l’Inter perché Moratti si consultava con Moggi. L’ex presidente spiega cos’è successo davvero: “Non è andata così. È vero che Moggi voleva venire all’Inter, e io non gli ho mai detto esplicitamente che non lo volevo; ma non l’avrei mai preso”.

Il 77enne sottolinea anche come mai non avrebbe mai preso Moggi:La Serie A era manipolata; e noi eravamo le vittime. Doveva vincere la Juve; e se proprio non vinceva la Juve toccava al Milan. Una vergogna: perché la più grande forma di disonestà è imbrogliare sui sentimenti della gente”. E sullo scudetto del 2006, l’imprenditore non ha dubbi:Rivendico lo scudetto di Calciopoli? Assolutamente sì. So che gli juventini si arrabbiano; e questo mi induce a rivendicarlo con maggiore convinzione. Quello scudetto era il risarcimento minimo per i furti che abbiamo subìto. Ci spetterebbe molto di più”.

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Moratti: “Gli Zhang mi sono sempre parsi in buona fede”

Poi ci sono gli aneddoti. Tra questi, la rivalità tra Ibrahimovic e Cambiasso: “Avevo l’abitudine di consultare i giocatori più importanti per la campagna acquisti e con Zlatan avevamo un rito. Zlatan mi diceva ‘Di Cambiasso l’anno prossimo potremmo anche fare a meno…”. Io ridevo. Poi andavo da Cambiasso, che mi diceva ‘Di Ibra l’anno prossimo potremmo anche fare a meno’”.

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Inevitabile, infine, una domanda sulla famiglia Zhang e sulla loro gestione: “Gli Zhang, sia il padre sia il figlio, mi sono sempre parsi in buona fede. All’inizio mi chiedevano di parlare ai giocatori, di motivarli. Ma oggi reggere a lungo nel calcio è impossibile. Ogni anno le perdite raddoppiano o quasi: 50 milioni, 100 milioni, 150 milioni”. E il futuro? Potrebbero arrivare degli statunitensi:  “Forse arriverà un fondo americano. Ma attenti alla speculazione. Il calcio non è costruito per fare soldi. Gli americani vorrebbero trasformarlo in spettacolo. Show-business. Ma non so se in Italia sarà mai possibile”.

Alessandra Cangialosi
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