MVP Settembre Serie BKT, Ghedjemis: “Alvini mi dà fiducia e libertà, con Oyono siamo come fratelli. Idolo? Leao, spero di parlarci un giorno”

È Farés Ghedjemis del Frosinone l'MVP della Serie BKT per il mese di settembre. Il premio è ideato dal title sponsor del campionato BKT e votato da una giuria di esperti di cui Chiamarsi Bomber ha il piacere di far parte
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Un mese di settembre da imbattuto per il Frosinone, con 3 vittorie ed un pareggio ed un posto nelle zone alte della classifica di Serie BKT. In questo ottimo periodo di forma del club ciociaro c'è sicuramente lo zampino di Farés Ghedjemis, attaccante francese arrivato in Italia nel gennaio 2024 e ora uno dei punti di forza della formazione allenata da mister Alvini: 3 gol e un assist per lui, in un mese praticamente perfetto. Prestazioni che a livello personale gli sono valse il premio di Mvp della Serie BKT per il mese di settembre, il secondo in carriera dopo quello conquistato lo scorso marzo.

 

Il premio. ideato dal title sponsor del campionato BKT e riconosciuto ufficialmente dalla Lega B, viene assegnato da una giuria di esperti giornalisti di cui il team di Chiamarsi Bomber ha il piacere di far parte.

 

Ghedjemis ha risposto ad alcune domande di Chiamarsi Bomber.

Settembre da incorniciare per te: tre gol, un assist e il titolo di MVP del mese in Serie BKT. Cosa rappresenta per te questo riconoscimento e quanta fiducia ti dà per il resto della stagione?

Fa sempre piacere vincere un premio così. La cosa che mi rende più felice, però, è l’inizio di stagione che stiamo facendo come squadra. Possiamo ancora migliorare, ma per il momento siamo contenti. Speriamo di continuare su questa strada per tutta la stagione perché è ancora lunga.

In questi primi due mesi hai già inciso più di quanto avessi fatto in tutta la scorsa stagione…

Io lavoro sempre per fare di più. Ho dato tutto quello che posso e voglio sempre fare il massimo. Non è una sorpresa, ma sono contento perché dietro questo momento c’è tanto lavoro.

Dove hai lavorato maggiormente a livello personale?

Su tante cose, anche sul mio modo di essere calciatore. Il mentale fa la differenza nel calcio, e soprattutto nei momenti giusti. È la cosa più importante per giocare bene.

Inizio incredibile più in generale del Frosinone, ora primo in classifica. Che ambizioni avete e che aria si respira nello spogliatoio?

Dobbiamo pensare una partita alla volta, senza guardare troppo avanti. All’inizio c’è tanto lavoro da fare. Quello che mi piace di questa squadra è che mi sento in una famiglia: in campo ognuno vuole aiutare il compagno, l’amico, il fratello. Questo fa davvero la differenza.

Con Mister Alvini che intesa hai?

Ho un bel rapporto con lui. C’è fiducia reciproca e mi dà molta libertà in campo. Cerca sempre di tirare fuori il meglio da ogni giocatore, trasmette tanta voglia di vincere e dà molta energia.

Cosa ti ha detto appena arrivato?

Mi ha detto che mi dava la sua fiducia e che dovevamo lavorare forte per fare una bella stagione. Abbiamo una buona squadra, ma bisogna sempre lavorare tanto.

A livello di compagni: chi ti ha impressionato di più in questo inizio di stagione?

Ci sono tanti giocatori di qualità in questo gruppo. Voglio nominare il nostro terzino destro, Anthony Oyono: giochiamo molto bene insieme. È un giocatore di grande qualità, ha già fatto tante partite in Serie A due anni fa e quest’anno sta andando davvero forte.

Sei arrivato in Italia dalla Francia: qual è stata la difficoltà più grande nell’ambientarti, sia nel Paese che nel calcio italiano?

Ci sono tante cose diverse: la mentalità, la lingua... All’inizio la lingua è stata la parte più difficile. Sono arrivato a gennaio, quindi non ho avuto tempo di fare un percorso per impararla bene. Sono arrivato per giocare in Serie A, e in quel contesto devi essere subito pronto. Però questa esperienza mi ha fatto crescere, come uomo e come giocatore, e sono contento di averla vissuta.

E a livello tattico..?

Molte. Qui si lavora molto di più sulla tattica, sia con la palla che senza. Ho visto un modo di giocare diverso rispetto alla Francia, ma è una bella cosa: mi piace molto.

Hai avuto qualche calciatore francese che ti ha aiutato a capire meglio il calcio italiano?

Sì, ho parlato con Salim Diakitè del Palermo. Anche lui è francese e mi ha raccontato molte belle cose sull’Italia. Adesso è diventato un amico.

Quando hai capito che il calcio sarebbe stato quello che avresti fatto nella vita?

Da bambino ho sempre voluto diventare un calciatore. Quando andavo a scuola, i professori mi chiedevano cosa volessi fare da grande, e io rispondevo sempre “calciatore”. Ho avuto solo un piano A, come si dice. Ho seguito questo sogno al 100% fin da piccolo, senza alternative.

Da qui a fine stagione, su cosa pensi di dover lavorare di più?

Si può sempre migliorare. Secondo me devo lavorare ancora per aiutare di più la squadra. L’aspetto più importante è la regolarità: riuscire a fare bene ogni partita. Questa, per me, è la cosa fondamentale nel calcio.

Chi sono i tuoi punti di riferimento calcistici?

All’inizio mi piaceva molto Riyad Mahrez, mancino come me. Ora mi ispirano tanto Ousmane Dembélé, che ha vinto il Pallone d’Oro, e Vinícius Júnior, che è fortissimo. In Italia invece mi piace molto Leão.

Hai mai avuto modo di parlarci?

Ancora no, ma vorrei! (sorride ndr)

E fuori dal campo… Chi è Fares Ghedjemis?

Mi piace molto giocare alla PlayStation con gli amici che sono in Francia, oppure guardare serie su Netflix. Sono una persona tranquilla, mi piace stare a casa, ma quando sono con gli amici mi piace anche uscire. Però non per fare festa: mi piace passare momenti sereni, senza troppo rumore.

Hai qualche compagno di squadra con cui condividere queste passioni?

Con Anthony Oyono e Jérémy Oyono siamo sempre insieme. Siamo molto uniti, sia in allenamento che fuori. Ci piace uscire, passare tempo insieme: siamo come fratelli.

Hai già pensato al futuro…?

Io voglio giocare il più in alto possibile. Mi piace molto la Serie A, perché l’ho già assaggiata nei sei mesi con il Frosinone. Poteva essere un altro campionato, ma mi sono legato all’Italia: mi piace molto questo calcio, e questo paese.

Se tra qualche anno i tifosi del Frosinone dovessero ricordare Fares Ghedjemis, cosa vorresti che dicessero di te come giocatore e come persona?

Vorrei essere ricordato come un giocatore che ha dato tutto per la maglia, che in ogni partita è andato al 100% per far vincere la squadra. Un giocatore che non fa finta, che trasmette emozioni con la palla e sul campo.

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Autore

Redazione

Tags :Serie B

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