Nainggolan al vetriolo sull'ex dirigente: "Un bugiardo. Andai all'Inter per una persona"

Radja Nainggolan ha raccontato i veri motivi del suo addio alla Roma, criticando un suo ex dirigente, e spiegato la scelta di andare all'Inter
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Si torna a parlare di Radja Nainggolan, il centrocampista noto per la sua grinta sul campo e per i suoi eccessi fuori. Dopo le sue esperienze calcistiche e personali a Roma e Milano, il belga ha deciso di fare chiarezza sui motivi che lo portarono a lasciare la capitale e ad approdare all'Inter, in una vera e propria confessione che non risparmia attacchi diretti all'ex ds giallorosso, Monchi.

Il rapporto complicato con Monchi

Nainggolan ha raccontato che tutto sembrava andare per il meglio con Monchi, l’allora direttore sportivo della Roma, fino a quando i due non si trovarono su versanti opposti di una trattativa a sua insaputa. Il ds, secondo il belga, pianificava di venderlo mentre lui era in vacanza. Questo piano venne a galla tramite un agente dalla Turchia, che informò il belga delle offerte di Galatasaray, Fenerbahce e Besiktas. Nainggolan non riusciva a credere a ciò che stava succedendo: "Io non capivo cosa stesse accadendo e neanche il mio procuratore sapeva nulla", ha spiegato a Radio Romanista. Così, dopo aver contattato Monchi per chiarire la situazione, la decisione fu irrevocabile, avrebbe scelto da solo il suo futuro calcistico. 

Una partenza inevitabile e la scelta Inter

Nonostante il rapporto inizialmente positivo, Nainggolan si trovò costretto a fare i bagagli e trasferirsi all’Inter: "Se avessi saputo che Monchi se ne sarebbe andato dopo sei mesi, sarei anche rimasto", ammette non senza un pizzico di rimpianto. Tuttavia, la sua scelta cadde sui nerazzurri, grazie alla presenza confortante di Luciano Spalletti, un allenatore che il belga stimava molto: "Andai all’Inter dove c’era Spalletti", ha dichiarato senza girarci troppo intorno.

Nainggolan e Spalletti ai tempi dell'Inter
Nainggolan e Spalletti ai tempi dell'Inter

La gestione della Roma sotto Monchi

La Roma di quegli anni, secondo Nainggolan, non viveva una situazione pacifica, e ancor meno idilliaca sotto la gestione del ds Monchi, il quale sembrava voler vendere con insistenza i pezzi pregiati della squadra, con Dzeko come principale indiziato: "Monchi voleva vendere tutti, soprattutto Dzeko", ricorda ancora un polemico Nainggolan, che ancora oggi considera quella decisione di lasciare la Roma come la peggiore della sua vita.

Gli episodi indelebili

Nainggolan non si è solamente soffermato sui trasferimenti, ma ha anche condiviso le sue memorie di partite che per lui hanno segnato un'epoca, come il discusso Juventus-Roma del 2015. Una partita che, a detta del centrocampista, fu condizionata pesantemente dall'arbitraggio: "Quella sconfitta ci tolse energia oltre a causarci un contraccolpo psicologico", ha ammesso. Eppure, la sua partecipazione a Roma-Barcellona 2018 malgrado un infortunio, rimane una delle sue più apprezzate esperienze, sottolineando la tenacia e il desiderio di essere presente per i suoi compagni, anche quando le condizioni fisiche erano tutto fuorché ottimali.

La vita fuori dal campo

Nainggolan si è sempre distinto per uno stile di vita che esula dallo stereotipo calciatore casalingo: "Non potevo fare casa-campo e campo-casa", confessa, mettendo in luce l’esigenza di vivere intensamente ogni attimo anche fuori dal campo. Questo approccio alla vita gli ha permesso di affrontare il calcio con una passione rara, ma non priva di polemiche e, soprattutto, di critiche.

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