Aurelio De Laurentiis non perde occasione per far sentire la propria voce. Neppure a Natale. Anzi, proprio il clima delle feste diventa il palcoscenico ideale per rilanciare una delle sue battaglie preferite: la critica frontale ai vertici del calcio mondiale e nazionale, accusati di miopia, autoreferenzialità e totale disinteresse per la tutela del gioco e dei suoi protagonisti. Intervenuto ai microfoni di Radio CRC, emittente partner del Napoli, il presidente azzurro ha confezionato una vera e propria stoccata natalizia, mescolando auguri, ricordi personali e una durissima analisi del sistema.
L’attacco di De Laurentiis
Il punto di partenza è l’immagine potente del bus scoperto e dei numeri record della diretta Rai per celebrare i successi del Napoli. Per De Laurentiis quella risposta popolare è la prova concreta di quanto il calcio sia centrale nella vita delle persone, una dimensione che, a suo dire, chi governa questo sport non ha ancora compreso fino in fondo. “Sono troppo legati alla propria poltrona”, accusa il patron, puntando il dito contro dirigenti più preoccupati di essere rieletti che di preservare l’essenza del gioco. Il risultato? Un calendario sempre più intasato, un numero eccessivo di partite e l’incubo costante degli infortuni, che colpiscono club e tifosi.
La proposta di De Laurentiis è radicale: ripensare il rapporto di lavoro dei calciatori, trasformandoli in liberi professionisti meno vincolati da obblighi sindacali e stressanti. Una visione che si inserisce in una critica più ampia a quello che definisce un sistema dominato da “grandi signorotti”, incapaci di togliere qualcosa pur di aggiungere sempre nuove competizioni. Il tema delle Nazionali è centrale: i calciatori, pagati dai club, vengono concessi con troppa leggerezza, mentre dovrebbe essere la società a decidere, nell’interesse di chi investe e del tifoso che vive il campionato come valore primario.
Secondo De Laurentiis, il conflitto di interessi è evidente: amministratori delegati e direttori generali, intenti a proteggere stipendi e posizioni, non hanno alcun incentivo a prendersi rischi o a cambiare davvero le cose. Solo i proprietari, sostiene, avrebbero la forza di intervenire rapidamente per risolvere i problemi strutturali del calcio italiano.

De Laurentiis dopo la vittoria dello Scudetto
I successi del Napoli
Chiusa la parentesi polemica, il presidente torna a sorridere parlando dei successi recenti: la Supercoppa Italiana appena conquistata, che si aggiunge allo Scudetto, rappresenta un traguardo storico. Non un semplice bis rispetto all’era Benitez, ma qualcosa di diverso e più pesante. Il paragone con Maradona, però, viene subito respinto: “Diego resta ineguagliabile, simbolo di uno spirito partenopeo unico“. De Laurentiis ricorda con affetto una notte trascorsa con lui e la moglie Claudia, quando ancora il cinema, più che il calcio, era il suo mondo.
Infine, un tuffo nei ricordi d’infanzia e nel Natale napoletano, vissuto come una festa lunga e conviviale, tra tombola, mercante in fiera e le mitiche 500 lire in argento della nonna. Da qui nasce l’idea di riproporre il mercante in fiera con i giocatori del Napoli e le leggende del club, devolvendo il primo premio in beneficenza. Un gesto che unisce tradizione, squadra e solidarietà.
Gli auguri finali sono in perfetto stile De Laurentiis: per il futuro servono “salute, salute e salute”. E, immancabile, “un bel corno contro gli iettatori”.












