Perché l’arbitro non ha dato il rigore per il contatto tra Svilar e Ostigard in Roma-Genoa

Una decisione che ha scatenato le polemiche in casa rossoblù, al netto del risultato

Il contatto tra Ostigard e Svilar
Perché l'arbitro non ha dato il rigore in Roma-Genoa

L’episodio che ha visto protagonisti Mile Svilar e Leo Ostigard durante Roma-Genoa è destinato a lasciare una lunga scia di polemiche e a riaccendere, ancora una volta, il dibattito sull’utilizzo del VAR e sui criteri di interpretazione degli episodi in area di rigore. Una situazione controversa, avvenuta nei secondi finali del primo tempo, che ha condizionato il clima della partita e acceso gli animi, in campo e fuori.

L’episodio incriminato

L’azione nasce da un pallone spiovente in area giallorossa. Svilar esce per tentare l’intervento, ma lo fa con un movimento poco coordinato: nel tentativo di bloccare la sfera, il portiere della Roma colpisce Ostigard con una manata in pieno volto proprio mentre il difensore del Genoa si era tuffato per colpire di testa. L’impatto è evidente e Ostigard resta a terra per qualche istante, ma l’arbitro Di Bello lascia proseguire, decretando la fine del primo tempo senza alcun provvedimento disciplinare e, soprattutto, senza concedere il calcio di rigore.

La scelta del direttore di gara viene avallata anche dalla Sala VAR, con Prontera che, dopo il check, decide di non richiamare l’arbitro all’on field review. Una decisione che ha sorpreso molti, considerando la dinamica dell’azione e la violenza del contatto. Secondo la valutazione arbitrale, il gesto di Svilar rientrerebbe nella normale dinamica di gioco: il portiere avrebbe già toccato il pallone con la spalla e il successivo contatto con Ostigard sarebbe stato involontario e non punibile.

Il parapiglia in seguito al contatto OStigard-Svilar

Roma-Genoa quante polemiche per il contatto tra Ostigard e Svilar

Una decisione discutibile

Una lettura che non ha convinto una larga parte di tifosi, addetti ai lavori e commentatori. Anche Luca Marelli, intervenuto su DAZN come esperto arbitrale, ha spiegato l’interpretazione tecnica data sul campo, ma le sue parole non hanno placato le discussioni. Anzi, per molti, proprio la spiegazione ha rafforzato i dubbi: se il contatto è così evidente, perché non utilizzare il VAR per una verifica diretta da parte dell’arbitro, lasciandogli la possibilità di confermare o correggere la decisione iniziale?

Il punto centrale della polemica, infatti, non riguarda solo la concessione o meno del rigore, ma il mancato richiamo al monitor. Secondo diversi osservatori, la Sala VAR avrebbe dovuto quantomeno invitare Di Bello a rivedere l’azione, trattandosi di un contatto potenzialmente decisivo e avvenuto in area di rigore. Anche perché il regolamento prevede che un colpo al volto, pur involontario, possa essere sanzionato se considerato imprudente o negligente.

La tensione generata dall’episodio non si è esaurita con l’intervallo. Daniele De Rossi, visibilmente contrariato, ha manifestato il proprio disappunto sia nel tunnel degli spogliatoi sia nel corso della ripresa, arrivando a discutere animatamente con l’arbitro. Le sue parole, catturate a bordocampo, sono emblematiche del malcontento: “Roba da matti… poi fischiate step on foot”, un riferimento a episodi considerati meno gravi ma sanzionati con grande severità.

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