L'inchiesta che scuote Milano entra nel vivo. Un presunto sistema corruttivo avrebbe mirato a mettere le mani sul futuro del mitico stadio Meazza e sull'intero quartiere di San Siro. Questa la rivelazione della Procura di Milano, che ha trovato riscontri all'interno di un'indagine sull'urbanistica nel capoluogo lombardo.
Il presunto patto corruttivo
I pubblici ministeri di Milano sostengono che ci sia stato un "patto corruttivo" per influenzare il futuro dello stadio Meazza e delle aree circostanti. Secondo le loro accuse, il patto avrebbe coinvolto importanti figure sia a livello progettuale che politico. Stando alle rivelazioni riportate dal Corriere della Sera, il patto sarebbe stato interrotto dalla stessa indagine che sta portando alla luce queste oscure dinamiche.
Le figure coinvolte
La Procura punta il dito contro persone chiave come Giuseppe Marinoni, ex presidente della Commissione paesaggio, e Federico Pella, un architetto di spicco. Marinoni, secondo le accuse, sarebbe un "spregiudicato faccendiere, incline alla corruzione". I magistrati parlano di un "intenso dialogo" tra Marinoni e Pella, orientato verso obiettivi di interesse privato a discapito del pubblico.
Un sistema di corruzione sistemica
I pm descrivono la situazione come un sistema di corruzione sistemica e ambientale che avrebbe "disgregato ogni controllo pubblico sull'uso del territorio", riducendolo a una mera merce di scambio. Queste gravi accuse dipingono un quadro allarmante sulla gestione urbanistica a Milano, trasformata in un teatro di intrighi corruttivi.
L'inchiesta e le possibili conseguenze
I magistrati Petruzzella, Filippini e Clerici non hanno esitato a sottolineare come vi siano "elementi di prova" che coinvolgono anche altri esponenti politici, tra cui l'assessore Tancredi, anch'egli sotto indagine. Il caso, se confermato, potrebbe avere risvolti devastanti non solo per le carriere degli individui coinvolti, ma anche per l'intero assetto urbano di Milano.



