Moise Kean, l'attaccante che dopo il rinnovo sembrava dover continuare a trascinare la Fiorentina nelle zone alte della classifica, si trova ora sotto la lente di ingrandimento non solo per le sue prestazioni in campo, ma anche per alcune dinamiche interne allo spogliatoio viola. Le osservazioni del giornalista Enzo Bucchioni, intervenuto a Radio Bruno, mettono in luce un clima tutt'altro che sereno intorno al centravanti della Naizonale, soprattutto dopo il suo rinnovo contrattuale arrivato in estate a cifre da capogiro.
Tensioni e gelosie nello spogliatoio
Secondo Bucchioni, il rinnovo di contratto di Kean, che prevede un ingaggio di 5 milioni di euro, non sarebbe stato ben visto da tutti i suoi compagni. Spesso, quando un giocatore arriva a percepire somme considerevoli, si creano dinamiche di gelosia che possono minare l'armonia del gruppo. Come accade in tante squadre, le differenze salariali portano a tensioni, con effetti che si riflettono inevitabilmente sul campo.
L'individualismo di Kean
Kean, dotato di una forte personalità e ambizioni personali di alto profilo, sembra concentrare tutti i suoi sforzi per "mettersi in mostra più che aiutare la squadra", spiega il giornalista. L'obiettivo dei Mondiali sembra occupare uno spazio centrale nei suoi pensieri. "Kean è rimasto, cosa che inizialmente ha soddisfatto tutti, però non è detto che questa scelta sia stata gradita da tutto il gruppo".
L'attuale situazione di Kean nella Fiorentina sembra essere anche conseguenza di una gestione "libertina" da parte della società. Con il responsabile dell'area sportiva Pradé che aveva già accennato a qualche allenamento non all'altezza e a "qualche ritardo", emerge un quadro di scarsa disciplina da parte del giocatore. Una condizione che inevitabilmente provoca il malcontento dei compagni di squadra. Con una gestione societaria più presente e attenta, probabilmente si sarebbe potuto evitare che certi comportamenti personali diventassero di dominio pubblico, influenzando anche le dinamiche di squadra.
L'episodio del rigore
Il momento critico è giunto con l'episodio del rigore contro il Sassuolo. Le parole di Bucchioni non lasciano dubbi sulla radice della difficoltà: "E anche Vanoli avrebbe dovuto imporre maggiore chiarezza, perché se c'é un giocatore che può cambiare le partite è Kean, non Mandragora". Ecco dunque il cuore del problema: la leadership di Kean è riconosciuta da tutti, ma senza una guida che sappia incanalare tale talento, può diventare un fattore divisivo più che unificante.


