Cesare Prandelli ha deciso che non allenerà più. L’allenatore si ritira per passare più tempo con la famiglia.
Prandelli si ritira
Cesare Prandelli è intervenuto a Radio Anch’Io Sport su Radio1 e ha ufficializzato il suo addio al calcio professionistico.
Era da marzo 2021 che era fermo, dopo l’esperienza con la Fiorentina. Nel suo intervento ha detto: “Un po’ di richieste arrivano sempre, ma al momento la panchina che sto sognando è quella in un parco con i miei nipotini per godermi la vita con loro. Basta allenare. La passione rimane, una grande passione. Sto molto bene, tutto il resto passa.”
{/* @ts-expect-error AMP custom element */}Prandelli ha avuto una grande carriera da allenatore. Ha iniziato con le giovanili dell’Atalanta, poi le parentesi a Lecce, Hellas Verona e Venezia. Si è affermato sulla panchina del Parma che gli è valso la chiamata della Roma. Ha dovuto dimettersi dalla squadra giallorossa a causa della terribile malattia che colpì la moglie Manuela.
Gli anni a Firenze e la Nazionale
Tornò poi ad allenare e lo fece nella stagione 2005-06 con la Fiorentina. Fu un grande ciclo quello che iniziò a Firenze. La sua squadra andò in Champions League e fece delle prestazioni storiche, come la vittoria ad Anfield contro il Liverpool e la qualificazione agli ottavi di finale. Fu poi eliminata dal Bayern Monaco, a causa di un gol incredibilmente in fuorigioco di Klose non ravvisato dal guardalinee.
{/* @ts-expect-error AMP custom element */}L’esperienza alla Fiorentina gli è valsa la chiamata della Nazionale con cui ha ottenuto il secondo posto a Euro 2012 ma anche la rovinosa campagna al Mondiale 2014 (tutt’ora l’ultima esperienza dell’Italia a un Mondiale).
{/* @ts-expect-error AMP custom element */}Successivamente è andato al Galatasaray, Genoa, Al-Nassr e infine Firenze un’altra volta, in cui ha lanciato definitivamente Dusan Vlahovic.
Ora lascia, dopo 2 panchine d’oro e un campionato di Serie B, ma soprattutto lasciando dietro di sé un’immagine di professionalità e di umanità. Un uomo che soprattutto a Firenze ha creato un legame forte con la tifoseria ma che in tutto il suo percorso sia calcistico che da allenatore ha portato valori importanti sul campo da calcio.


