Grinta, personalità, solidità difensiva e parole da vero uomo spogliatoio: Mario Hermoso si è preso la Roma con naturalezza, diventando una delle sorprese più luminose della prima metà di stagione giallorossa. Dopo un’annata da dimenticare, il centrale spagnolo si è invece imposto come una colonna della squadra di Gian Piero Gasperini, al punto da essere oggi considerato un punto di riferimento imprescindibile della retroguardia romanista.
Roma, la rinascita di Hermoso
In una Roma che ha ritrovato compattezza e sicurezza difensiva, con Mile Svilar sempre più protagonista tra i pali, Hermoso rappresenta il vero valore aggiunto davanti al portiere serbo. La sua crescita è stata evidente soprattutto nei momenti di difficoltà, quando l’assenza di Ndicka avrebbe potuto destabilizzare l’intero reparto arretrato giallorosso. Invece, proprio in quel frangente, lo spagnolo ha alzato il livello delle sue prestazioni, prendendo in custodia la difesa e assumendosi responsabilità da veterano.
Gasperini non ha avuto dubbi nel definirlo pubblicamente un “leader” e un “esempio perfetto”. Parole che pesano, soprattutto se pronunciate da un allenatore che ha sempre fatto dell’intensità, della dedizione e della mentalità i pilastri del suo calcio. Secondo quanto riportato da Niccolò Maurelli su La Repubblica, il tecnico ha sottolineato come Hermoso non sia stato inizialmente un profilo conosciuto fino in fondo, ma come le sue caratteristiche umane e tecniche lo abbiano reso rapidamente una figura centrale, non solo in campo ma anche nello spogliatoio.

Roma, la rinascita di Hermoso sotto la guida di Gasp
Un vero e proprio intoccabile
Hermoso è diventato un vero e proprio pilastro della squadra, entrando a far parte di quel gruppo ristretto di giocatori che Gasperini considera irrinunciabili. Non è solo una questione di qualità difensive: il centrale spagnolo abbina letture intelligenti, pulizia nell’impostazione e aggressività nei duelli a una capacità di guidare i compagni, parlare nei momenti giusti e trasmettere sicurezza. Il suo nome è sempre tra i primi sulla lista dell’allenatore giallorosso, che tende a schierarlo in campo quasi sempre, con buona pace del turnover.
Il percorso di Hermoso alla Roma, però, non è stato privo di incertezze. Lo stesso difensore ha ammesso di aver vissuto mesi di precarietà nel suo primo periodo nella Capitale, con la sensazione che il club stesse valutando profili diversi e che il suo futuro potesse essere altrove. Una situazione che avrebbe potuto minare fiducia e motivazioni, ma che invece si è trasformata in una spinta decisiva grazie al lavoro di Gasperini. “Sono grato a lui – ha confessato Hermoso – perché mi ha fatto ritrovare il piacere di allenarmi e giocare”.














