Una vigilia carica di significati, ricordi e rivendicazioni personali. Gian Piero Gasperini si prepara ad affrontare la Juventus in una delle partite più delicate della stagione, una sfida che va ben oltre i semplici tre punti. Domani allo Stadium la sua Roma sarà chiamata a confrontarsi con una storia recente poco favorevole: una sola vittoria giallorossa a Torino nelle ultime quattordici trasferte. Un dato che pesa, ma che il tecnico ha tutta l’intenzione di ribaltare, forte di una classifica che oggi gli sorride e di una squadra in crescita.
Gasperini e la Juventus
La partita ha anche un valore simbolico per Gasperini, che è legato alla Juventus da un lungo passato, prima da calciatore e poi da allenatore nel settore giovanile. Eppure, in estate, quando si è presentata l’occasione di tornare in bianconero, il tecnico ha scelto un’altra strada. “Ho preferito la Roma alla Juve perché era un progetto più difficile”, ha spiegato con un sorriso in conferenza stampa. Una scelta rivendicata con orgoglio, alla luce dei risultati ottenuti finora: “Sono contento della decisione e di come è andata”.
Gasperini non nasconde il rispetto per l’avversario. La Juventus resta, a suo giudizio, una squadra con un’identità fortissima: “Ha nel suo Dna l’intenzione di stare sempre ai massimi livelli. La Juve ha sempre squadre motivate contro, l’ho vissuto quando allenavo le giovanili. Batterla significava essere davvero a un livello alto”. Parole che raccontano il peso storico del club bianconero, ma che non tradiscono alcun timore reverenziale.

Gasperini non le manda a dire in vista della partita contro la Juventus
Il periodo della Roma e il rapporto con Spalletti
La Roma arriva a Torino dopo due prestazioni convincenti contro Celtic e Como, segnali incoraggianti in vista di un test che dirà molto sulle reali ambizioni giallorosse. “Vogliamo misurarci con una grande squadra – ribadisce Gasperini – per loro è una possibilità di riagganciarci, quindi la concentrazione sarà massima. È bello andare a Torino con questa situazione di classifica”. Una classifica che, dopo quindici giornate, non può più essere considerata casuale. “Sono indicazioni precise – sottolinea il tecnico – non so se siamo i più forti o la squadra più forte del campionato, ma i ragazzi sono stati bravi quasi sempre, anche nelle partite che non abbiamo vinto”.
La sfida avrà anche il sapore del confronto tra due veterani della Serie A. Gasperini ritroverà infatti Luciano Spalletti, con cui esiste un rapporto di stima e amicizia: “Siamo andati spesso a cena insieme, veniva a vedere l’Atalanta quando era ct. Oggi ci sentiamo meno, ma il clima è sereno”. Un passaggio anche sul lavoro del proprio collega, ora chiamato a incidere in corsa: “Sta cercando di portare il suo calcio alla Juve, non è semplice. A Bologna si è vista una squadra cresciuta”.
La stoccata a Fabregas
Nel finale, Gasperini si lascia andare a una riflessione più ampia sul calcio moderno, accompagnata da una frecciata neppure troppo velata a Cesc Fabregas e al suo Como. “Non mi piace questo continuo ricorrere al portiere – attacca – contro l’Inter il pallone è stato 51 volte tra i piedi di Butez. Questa roba non piace alla gente”. Per Gasperini il possesso palla fine a se stesso è una deriva pericolosa: “Il calcio vuol dire giocare in avanti, non indietro. La gente vuole vedere contrasti, dribbling, gioco offensivo. Così diventa calcetto, ed è brutto da vedere”.











