Roma, Sabatini spara a zero: "Arroganti, esonero De Rossi una cosa abominevole"

L'ex dirigente giallorosso Walter Sabatini ha espresso la propria opinione sull'esonero dalla Roma di Daniele De Rossi. Il commento è durissimo
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L'esonero di Daniele De Rossi dalla Roma ha scosso un ambiente già in subbuglio per il mediocre avvio di campionato dei giallorossi, ed ora si è acceso un feroce dibattito sulla scelta operata dalla società, che appena tre mesi fa aveva rinnovato la fiducia all'ormai ex tecnico con un rinnovo triennale.

 

Sono tanti i retroscena che stanno uscendo riguardo il licenziamento dell'ex centrocampista, e sono tantissimi coloro che stanno esprimendo un proprio parere sulla vicenda. Uno che conosce bene l'ambiente romano è Walter Sabatini, che dei giallorossi è stato per anni direttore sportivo. L'ex dirigente ha letteralmente sparato a zero contro la scelta societaria: le sue parole sono durissime.

Esonero De Rossi, Sabatini è un fiume in piena

Sabatini è stato contattato dalla redazione di TMW per esprimere la propria opinione sulla vicenda più chiacchierata degli ultimi giorni, l'esonero di Daniele De Rossi da allenatore della Roma: "È stato licenziato per un'arroganza cieca, posso pensare solamente questo. E non mi riferisco solo alla proprietà. Ci sono impiegati che pensano di essere dirigenti e che sono stati contaminati da un virus pericolosissimo, un delirio di onnipotenza che fa pensare loro di essere autorizzati a fare qualsiasi cosa".

 

"Per la Roma, oltre a uno strazio umano, è uno strazio tecnico - ha proseguito il dirigente - perché la squadra si stava avvicinando molto a un modello che le consentisse di fare risultati. A Genova nel primo tempo ha sfiorato la perfezione tatticamente. Ci sono margini di miglioramento, ma interrompere un rapporto così bruscamente è veramente una cosa abominevole, anche da un punto di vista professionale".

 

Poi sul mercato giallorosso: "È stato fatto con ritardo, ma è stato giusto. Hanno messo dentro la rosa caratteristiche che prima non c'erano. Non attacco quella, anche se inizialmente De Rossi ha dovuto mandare in campo una formazione sperimentale perché i calciatori erano arrivati qualche giorno prima. Il problema è il rispetto per il ruolo e il lavoro degli altri, non è possibile aver licenziato De Rossi. Chi capisce un po' di calcio, e non è obbligatorio visto che evidentemente a quelle latitudini se ne capisce poco, sa che c'era crescita importante. Era una cosa irreversibile, mandare via De Rossi è veramente incomprensibile".

 


Dai Friedkin nessun messaggio o commento su quanto sta accadendo: "Evidentemente loro ritengono la comunicazione inutile perché non ne fanno, non hanno presentato neanche il direttore sportivo. Sono i tifosi che devono ascoltare la società e questo non è mai stato permesso alla Roma. Forse non hanno capito bene il valore emotivo del romanismo, che è una forma di tifoseria esclusiva, alla quale va dato spazio, ma senza esagerare. Un piccolo contraddittorio con la tifoseria va mantenuto sempre, ma la loro scelta è strategica, la loro comunicazione è questa".


La scelta di Juric: "Mi chiedo se l'allenatore fa al caso del calcio, che ha un linguaggio universale. Non ho molto da dire, Juric è un ottimo allenatore, un allenatore di personalità, è stato il vero primo allievo di Gasperini, ha sempre lavorato bene sotto il profilo tattico-nervoso, è una scelta che capisco e posso anche condividere, anche se con me sarebbe rimasto De Rossi per altri 10 anni".

 


"Tifosi? Che vadano contro la proprietà è escluso perché hanno tirato fuori i loro soldi per la Roma, non è mai stata attaccata e trovo sia giusto. Non credo facciano i Friedkin questi impicci, anche se potrebbero evitarli. C'è una piccola casta non all'altezza, ma che crede di esserlo e combina guai da tutte le parti".

 

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Giulio Piras
Tags :ROMA

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