Zlatan Ibrahimovic, l'ex attaccante divenuto dirigente del Milan, continua a far parlare di sé. In una recente intervista esclusiva rilasciata alla Gazzetta dello Sport, Zlatan ha dimostrato ancora una volta la sua passione e dedizione per il club rossonero. Sebbene ormai lontano dal campo, Ibra continua a essere una figura simbolo del Milan e un punto di riferimento per i tifosi.
Ibra, ancora una volta protagonista
Nella sua intervista Zlatan, il quale esordisce dicendo "un attimo: sono ancora Dio", esprime il proprio dispiacere per non poter essere in campo e aiutare direttamente la squadra. "Se ero in campo avevo tutte le risposte, in tribuna soffro per non poter aiutare la squadra. Non ho obiettivi personali, tutto quello che faccio è per il Milan", ha dichiarato lo svedese, lasciando intendere quanto il legame con il club sia profondo e radicato.
Una squadra competitiva sotto la guida di Allegri
Zlatan non ha mancato di elogiare la dirigenza per le scelte fatte durante la campagna acquisti. Ha sottolineato l'importanza delle cessioni strategiche e degli acquisti mirati che hanno riportato equilibrio e stabilità al team. Secondo Ibra, "Adesso si può solo crescere. Il Dna del Milan è vincere, soprattutto in Europa", un chiaro messaggio di fiducia nelle capacità della squadra e del suo allenatore, Massimiliano Allegri.
Ibrahimovic ha anche parlato della cultura vincente che caratterizza il Milan, ribadendo che non c'è nessuna intenzione di stravolgerla. L'obiettivo resta tornare a primeggiare in Europa, un traguardo che secondo lo svedese è alla portata grazie a una squadra ben costruita e a un progetto solido.
La corsa al titolo
Quando si tratta di parlare delle avversarie per lo scudetto, Ibra dimostra la solita sicurezza: "Non guardo gli altri, ma non per arroganza, perché se dipendo dagli altri vuol dire che non sono abbastanza forte". Una frase che racchiude tutta la mentalità vincente di Ibrahimovic, sempre concentrato sul miglioramento del Milan, senza preoccuparsi troppo delle mosse delle rivali.