L'Associazione Italiana Allenatori di Calcio (Aiac), con il suo presidente Renzo Ulivieri, ha sollevato una questione di rilevanza internazionale collegandola al mondo calcistico. La lettera inviata al presidente della Figc, Gabriele Gravina, sollecita una mobilitazione per il popolo palestinese a Gaza e chiede una forte presa di posizione nei confronti di Israele. Il contesto storico e politico è complesso, e l'Inevitabile intreccio con le competizioni internazionali diventa un tema ancora più sensibile.
La Lettera Aperta dell'Aiac
L'inizio della lettera è quasi provocatorio: "Una partita di calcio, preceduta dagli inni nazionali, può essere considerata solo una partita di calcio?". Una domanda che va oltre l'ovvio, invitando le autorità calcistiche a considerare l'impatto degli attuali eventi geopolitici sulle future competizioni sportive.
Richiesta di azione
Nel testo si legge una riflessione profonda sul conflitto in corso nella Striscia di Gaza. L'Aiac non chiede solo una posizione di neutralità, ma sottolinea la necessità di una sospensione temporanea di Israele sia dalla Uefa che dalla Fifa. La motivazione alla base è il contesto drammatico degli eventi e il ruolo che il calcio, come simbolo di unione e pace, può giocare in questo scenario complicato.
Una richiesta coraggiosa
La richiesta dell'Aiac non è né facile né accettata unanimemente, navigando nelle acque tumultuose delle sensibilità internazionali. Tuttavia, la decisione di focalizzarsi sulle "stragi quotidiane" mette sotto la lente le conseguenze umanitarie del conflitto, coinvolgendo anche la comunità calcistica, colpita dalla drammatica perdita di figure come la stella del calcio palestinese, Suleiman al-Obeid.


