Guardare e imparare. Prendere spunto e non copiare. Credere nelle proprie idee e riadattare i principi dei maestri. È quello che sta facendo Cesc Fabregas da quando ha iniziato la sua carriera in panchina. E diciamo che lui di maestri da cui prendere spunto e imparare ne ha avuto giusto qualcuno: Guardiola, Mourinho, Conte, Wenger, Del Bosque. Al punto che la tentazione di "copiare" sarebbe stata forte per chiunque. E invece Fabregas non l'ha fatto. Al Como ha creato un suo modello di calcio, ispirandosi ai tecnici leggendari da cui è stato allenato e generando un mix unico. Lo ha riconosciuto anche Andrea Stramaccioni, che si è soffermato sul tema in un'intervista a La Gazzetta dello Sport.
Stramaccioni: "Fabregas ha 'rubato' a Guardiola il palleggio, a Mourinho la gestione del gruppo"
Partiamo dai due allenatori forse più iconici del secondo decennio degli anni 2000, Guardiola e Mourinho, che hanno avuto Fabregas come giocatore rispettivamente al Barcellona e al Chelsea. Secondo Stramaccioni, ecco cosa Cesc ha 'rubato' a Pep: "Non ho dubbi: il palleggio dei centrocampisti, il gioco corto ricercato a lungo e insistentemente in mezzo al campo. Con il recupero di Maxi Perrone da vertice basso, con Caqueret e Da Cunha da interni e soprattutto da quando Nico Paz agisce da “falso 9” questo tiki-taka “sul lago” viene ancora più accentuato". Invece a Mourinho: "Direi assolutamente la gestione e l’empatia che si respira intorno allo spogliatoio, al cuore che pulsa in quella panchina dove un blocco unico fra allenatore, staff e giocatori formano un team unito che ha un solo obiettivo: seguire il suo leader e andare a vincere tutti insieme. E in questo Fabregas si avvale anche di elementi cardine, carismatici nello spogliatoio e fedeli al progetto come Reina, esattamente come Mourinho ne aveva in ogni spogliatoio, da Ricardo Carvalho a Materazzi, tanto per citare alcuni suoi fedelissimi".
Stramaccioni: "In Fabregas rivedo tratti anche di Conte e Wenger: ecco quali!"
Ma Guardiola e Mourinho non sono gli unici grandi tecnici da cui è stato allenato Fabregas. Tra questi, ci sono anche Conte e Wenger: "Di Conte vedo sicuramente in Fabregas la richiesta di intensità, il martellare i suoi ragazzi con o senza palla a perseguire ciò che devono fare. Di Wenger ricorda i movimenti sulle fasce, dalla rotazione dei terzini fino al movimento degli esterni d’attacco, che non necessariamente calpestano la linea laterale in ampiezza ma che in base allo sviluppo del gioco diventano improvvisamente attaccanti centrali aggiunti, come in occasione del gol di Diao al Napoli. È anche così che Cesc riesce a creare problemi di letture difensive all’avversario, proprio come faceva Arsene con leggende come Pires e Overmars".
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