L'arrivo di Luka Modric e Kevin De Bruyne in Serie A ha acceso nuovamente i riflettori sul campionato italiano. Tuttavia, non era solo la qualità dei giocatori a destare attenzione, bensì la loro età. Con il passare degli anni, la Serie A si è guadagnata la reputazione di essere il "paese degli anziani", una critica che non sembra placarsi, specialmente con i giornali inglesi pronti a sottolinearlo a gran voce.
La qualità non ha età
"Luka Modrić compirà 40 anni a settembre", scrive il Guardian, "ha giocato 930 partite in carriera e ha vinto sette campionati e sei Champions League. Ha persino spezzato il duopolio Messi-Ronaldo, aggiudicandosi il Pallone d'Oro" Nonostante l'incredibile palmarès, i critici sostengono che Modric ormai fatichi a giocare 90 minuti consecutivi a questo livello.
Un campionato per vecchi?
"L'Italia è un Paese per vecchi", continua il Guardian. E forse non ha tutti i torti. In Serie A convivono veterani come Kevin De Bruyne e nuovi talenti emergenti, creando un mix unico. Certo, l'età media dei giocatori è più alta rispetto ad altri campionati europei, ma non per questo la qualità delle partite è inferiore.
La Serie A tra mito e realtà
Se il calcio è davvero uno sport per giovani, come mai i vincitori del Pallone d'Oro degli ultimi anni continuano a dominare il panorama calcistico anche nel crepuscolo delle loro carriere? Forse perché, alla fine, quello che conta è la passione e la voglia di scendere in campo. E finché Modric, De Bruyne e gli altri veterani avranno la forza e il desiderio di regalarci emozioni, saranno benvenuti in Serie A, per arricchire con la loro esperienza un campionato che, nonostante tutto, ha ancora tanto da dire.



