Nel magico mondo del calcio, gli aneddoti spesso diventano leggende. E quando a raccontarli è Antonio Cassano, il divertimento e l'interesse sono assicurati. Tra battute e confessioni sincere, Cassano ha svelato un dietro le quinte di un famoso match: il celebre Roma-Sampdoria 1-2 del 2010. Una partita che ha segnato il cammino verso lo storico Triplete dell’Inter di José Mourinho. Ma cosa è successo veramente dietro le quinte di quella sfida che ha fatto sognare milioni di tifosi? Vediamolo insieme.
Il retroscena tra Cassano e Totti
Durante una puntata di Viva El Futbol, Antonio Cassano ha deciso di aprire il libro dei ricordi e svelare un momento particolare di quella sfida indimenticabile. Prima dell'inizio del match, racconta Cassano, ricevette una richiesta di incontro da Francesco Totti. "Il mio caro amico Vito Scala mi dice che Totti vuole parlarmi", ricorda Cassano, e il tono cambia subito verso un racconto pieno di aneddoti succosi.
Una situazione quasi surreale tra due amici-nemici sul campo. Cassano si avvicina a Totti, che inizia a chiedergli della sua famiglia e della grande stagione che stava facendo la Sampdoria. Tutto sembrava procedere normalmente finché Antonio, noto per la sua sincerità tagliente, non tronca la conversazione: "Arriva al dunque, non rompermi il cazzo".
La proposta di Totti
A questo punto, Totti decide di giocarsi la carta della battuta, forse tentando una piccola "influenzetta" amichevole. Secondo Cassano, Francesco gli sussurra scherzosamente: "Se noi vincessimo la partita, calcola che voi andreste comunque in Champions vincendo le ultime tre".
FantAntonio, però, non è uno che si lascia intimorire facilmente e risponde con una delle sue proverbiali stoccate: "Cosa devo fare? Spiegati meglio. Oggi, lo dico a te e anche a Daniele De Rossi, io ti faccio perdere lo scudetto". Parole forti, che raccontano non solo la passione di Cassano, ma anche la sua indomabile voglia di riscatto.
Il trionfo della Samp e la rivincita di Cassano
La partita fu un trionfo per la Sampdoria, terminata 2-1 proprio come voleva Cassano, e il sogno scudetto della Roma venne infranto. Ma non era solo calcio giocato; questione di orgoglio, di dimostrare a chi l’aveva trattato male che sulla sua pelle non si giocava. Cassano concluse l’aneddoto confessando di sentirsi come un eroe per aver contribuito alla sofferenza calcistica giallorossa. Una rivincita personale che ha reso dolce quel 2010 per l'ex talento barese.


