“Corona non perdona”. Immaginiamo abbiate pensato subito al re dei paparazzi, Fabrizio Corona. E invece questa storia non parla di lui. Parla di un altro re. Parla di Re Giorgio. Re Giorgio Corona.
Dicevamo, Corona non perdona. Non perdona le difese avversarie, non perdona i suoi marcatori. Nemmeno oggi a 41 anni. Perché Giorgio gioca ancora, anzi segna ancora con una squadra di Serie D: Città di Scordia.
Pantaloncino girato, solita chioma lunga, il tempo che passa, ma lui, Giorgio, che si fa beffe e lo scarta come in passato ha fatto con molti difensori. Corona non è tipo da calcio esotico, stipendio guadagnato con qualche colpo di tacco seguito da dei “uooo” di ammirazione. Con oltre 20 anni di carriera e di gol, Giorgio Corona ha scelto di tornare a fare spallate nei campi di categoria, “perché gioco per passione e non per soldi”.
Ma Corona, nonostante da ragazzino dormisse col pallone e come molti adolescenti sperasse in un futuro da calciatore, per anni non era convinto che il calcio diventasse la sua principale fonte di sostentamento e di reddito.: “Per molti anni non ho pensato che il calcio potesse diventare un lavoro. Quindi lavoravo come apprendista ascensorista e cameriere. Volevo guadagnare anche per sposarmi con la mia fidanzata. Facevo il calciatore certo, ma pensavo anche a lavorare”. Anni di gol nelle serie inferiori e a 23 anni, il calcio per Corona diventa un lavoro. Va in Serie D nel Milazzo di Pasquale Marino. Segna 19 gol e si apre la carriera ad un pellegrinaggio continuo al sud. Dove comincia a meritarsi il soprannome di Re Giorgio. Messina, Tricase, Campobasso, Giugliano, Brindisi, Catanzaro fino a meritarsi la Serie A col Catania nella stagione 2006-2007. A 32 anni il debutto nella massima serie. Pescato a soli 600 mila euro dal Catanzaro retrocesso in C1.
In Serie A Re Giorgio segna 7 reti. Poi per la prima volta il trasferimento al nord, nel Mantova. Corona non smette di gonfiare la rete: Taranto, Juve Stabia e di nuovo il ritorno a Messina dove diventa un idolo dei tifosi. Corono prende di fatto per mano la squadra trascinandola dalla Serie D fino alla Lega Pro. Purtroppo nell’ultima stagione, a 40 anni suonati, il suo ruolino di 12 gol in 36 partite, non gli permette di salvare la squadra dai play out e la successiva retrocessione.
Corona conta qualcosa come 229 reti in carriera tra professionisti e dilettanti. Il 4 ottobre 2014, l’attaccante palermitano ha infranto un record: è diventato il bomber più longevo ad aver segnato tra i professionisti, a 40 anni 4 mesi e 19 giorni, superando un certo Silvio Piola.
La storia di un attaccante moderno, un centravanti completo. Non è blasfemia paragonarlo per movenze e colpi a Ibrahimovic, ovviamente lo Zlatan di categoria: forte fisicamente e tecnicamente. Una carriera passata ad infilare le porte avversarie in diversi modi. Una carriera fatta di passione e sacrifici che gli ha permesso di arrivare fino in Serie A, anche se solo per una stagione. Con un cruccio: “Del Piero allora era in B con la Juve e non ho potuto incrociarlo. Peccato era immenso”.
Il monarca non ha intenzione ancora di abdicare. A 41 anni continua a regnare come e più di una volta.