La vita ci insegna a non mollare mai. A crederci sempre, anche se il tuo sogno sembra impossibile. Andrea Nalini avrà mandato giù qualche rospo, forse tanti.
Faceva il saldatore a inizio carriera, seguendo la strada che la scuola gli stava indicando: “Finita la scuola e conseguito il diploma da Perito Meccanico – ci racconta l’attaccante del Crotone – ero in serie D, con il calcio non riuscivo a mantenermi”.
Portava a casa solo 800 € e nel frattempo lavorava come uno stachanovista: “E’ stato il primo lavoro che ho fatto…” – e continua – “Poi sono stato in un azienda che produceva würstel, mi occupavo dell’insaccamento e del magazzino”.
Indossava più le scarpe anti infortunistiche che quelle da calcio, era un turnista e lavorava otto ore al giorno, come ogni operaio.
Infatti Andrea aggiunge: “Non riuscivo ad allenarmi bene, lavoravo anche di notte; e le trasferte? Impresa: spesso il sabato lavoravo mezza giornata e poi mi aggregavo alla squadra prima della partenza”. Un panino al volo in pullman e via, sui campi. Segnando come Callejon, il suo idolo da sempre.
Cresciuto da calciatore dilettante nella Virtus Vecomp di Verona, dove grazie al presidente Luigi Fresco riesce a trovare un impiego: “1400 € al mese nella ditta Cordioli”. Tante sgambate in Promozione ed Eccellenza, dove il calcio è soprattutto passione.
Ha fatto molti provini (Milan, Inter, ChievoVerona, Genoa…) ma fu sempre scartato; anche per “colpa” della mamma che preferiva che il figlio si diplomasse. Ma Andrea Nalini è fortissimo e riuscirà anche a fare quello.
Finalmente riesce ad approdare in Lega Pro con la maglia della Salernitana; lo notarono grazie a una partita contro la Casertana.
I primi sei mesi non scende mai in campo, forse fatica a reggere i ritmi di un allenamento vero, intenso e giornaliero. Bene il primo anno, con 3 reti in 26 partite, ma male quello successivo in Serie B, con tanti dubbi e poche certezze: con sole 11 presenze tra campionato e play off. Poi, quasi dal nulla, arriva la chiamata di un Crotone che ci crede. Su consiglio di Gabionetta, Nicola e il presidente ci scommettono. I compagni idem. Passo dopo passo Nalini fa il suo esordio in Serie A e segna pure, doppietta contro la Lazio. Ovvero? Salvezza storica.
Così come mister Nicola che se la farà in bici da Crotone a Torino, mantenendo la sua promessa, anche Nalini ha mantenuto la sua: anni fa diceva alla mamma che sarebbe diventato un calciatore, che prima o poi l’avrebbero preso, come lui si sarebbe diplomato, e che il sogno era vicino. Forse guardando il figlio che segna ed esulta in campo, anche alla mamma saranno scese due lacrimucce, come a tutta Crotone, che resta in Serie A e piange anche grazie ad Andrea Nalini, il Jamie Vardy italiano.
Roberto Oriunto