Dai campi di serie C al campo di battaglia. La storia di Ivan Vavassori, ex portiere della Pro Patria, è assurda. Qualche mese fa il ragazzo aveva appeso i guanti al chiodo e aveva annunciato sui social di volersi dedicare ad altro. Poi a inizio marzo, a sorpresa, si era arruolato come foreign figher a sostegno delle truppe ucraine.
La guerra di Ivan Vavassori
Per mesi l’estremo difensore aveva documentato le sue giornate su instagram, salvo poi sparire di colpo il 25 aprile, tanto che alcuni siti avevano diffuso la notizia della sua morte. Il giorno dopo era stato il padre del ragazzo a smentire il tutto, precisando che Ivan era stato ricoverato in ospedale per una forte febbre. Poi l’1 maggio, Vavassori aveva confermato di star bene e di voler tornare sul campo di battaglia: “Nella mia vita ho lasciato molte cose a metà, ora è il momento di andare fino in fondo a qualcosa. A molti la mia scelta non piacerà, ma è la cosa migliore per me”. Poi aveva aggiunto: “Dio è al mio fianco e si prenderà cura di me. Dio è grande. Dio è fedele”.
Poche ore più tardi, a sorpresa, aveva fatto un altro tipo di annuncio, ovvero quello di volersi ritirare dalla guerra: “Sono stufo, per me è abbastanza – così ha scritto Ivan ancora una volta in spagnolo – È ora di tornare a casa, non ho più la testa per andare avanti. Ho fatto del mio meglio per aiutare. Ho messo tempo e vita a disposizione del popolo ucraino, ma è ora di riprendermi la mia vita. Torno dove sono felice e torno per riprendermi tutto quello che è mio. Le cose sono cambiate molto da quando me ne sono andato, ma sono sicuro che con l’aiuto di Dio raggiungerò i miei obiettivi. E lei è al primo posto in questi”.
Chi è Ivan Vavassori
Ivan Luca Vavassori, ex portiere in serie C di Pro Patria, Legnano e Bra, originario della Russia, è stato adottato all’età di sei anni da una famiglia piemontese: dall’imprenditore Luca Vavassori e Alessandra Sgarella, nota ai fatti cronaca nera per essere stata rapita dalla ‘ndrangheta e tenuta prigioniera per nove mesi, tra il 1997 e il 1998. La donna si è poi spenta nel 2011 a causa di tumore. Ivan si era unito alla “Legione di difesa internazionale Ucraina” con il nome di “Comandante Rome”. La singolare scelta di Vavassori ha attivato il pool antiterrorismo della procura di Milano che ha aperto un’inchiesta conoscitiva senza titolo di reato né indagati. L’inchiesta, al momento esplorativa, punta a capire se c’è un eventuale giro di arruolamento illegale o di mercenari. Da quel che si sa, Vavassori è partito per l’Ucraina per una sua personale decisione e a sue spese


