Un conto è rappresentare con personalità e carisma i colossi dell’abbigliamento sportivo, tutt’altra cosa è cercare di sostituirsi a loro. Lo ha capito, e pagato caro, sulla propria pelle Zlatan Ibrahimovic, per sua stessa e continua ammissione uomo poco propenso al fallimento.
Nel caso però non possiamo proprio fare ricorso ad altro termine, in quanto il suo marchio di abbigliamento sportivo A-Z è destinato alla chiusura. All’inizio del progetto era prevista la sola vendita dei prodotti su piattaforma on-line poi, preso atto delle difficoltà, il norvegese Verner (gruppo che produce la linea) aveva optato per l’approdo anche nei negozi fisici.
Tutto questo, ovviamente, a fronte di un investimento molto importante non sostenuto da risultati soddisfacenti. Così, a due anni dal debutto di From amateur to Zlatan e 20 milioni di euro di perdite dopo, l’avventura è giunta al termine.
Così come poco era durata l’app Zlatan Unplugged che offriva la possibilità di seguire Ibra a 360 gradi, dal campo alla vita privata. Esigenza, vista la costante esposizione mediatica dello svedese, evidentemente non avvertita da moltissimi.
KOBE, IL NUOVO RE MIDA DELLA FINANZA
Per un campione-imprenditore in difficoltà, c’è un ex fenomeno sportivo che sta invece stupendo tutti grazie al proprio intuito imprenditoriale. Parliamo di Kobe Bryant, recentemente salito alla ribalta delle cronache finanziarie per il fenomeno Body Armor, integratore che sta seriamente attaccando negli Stati Uniti la leadership di Gatorade nel settore.
Nel 2014 Kobe si aggiudicò il 10% di Body Armor investendo 6 milioni di dollari. Pochi giorni fa la crescita del marchio ha spinto il colosso Coca Cola a rilevarne una parte, facendone schizzare le quotazioni. Oggi, a soli quattro anni di distanza, la quota dell’ex Lakers vale la bellezza di 200 milioni di dollari. Hai capito Zlatan?
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