“Il 9 e l’11”: riapre la fabbrica delle coppie gol compatibili in altezza

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Petagna, Dzeko, Babacar, Zapata: i gol dell’ultima giornata di campionato hanno spesso superato i 190 centimetri. Nel turno di Coppa Italia mortifero per le big Zapata e Gomez hanno abbattuto la Juventus.
Basta questo per dire che ha riaperto la fabbrica del gol, quella classica? Quella in cui il 9 e il 11 (al massimo il 10 con una divagazione più fantasiosa sul tema) componevano la coppia d’attacco. Quella in cui (prima dell’avvento dei numeri personalizzati) serviva ad identificare il 9, quello alto, che la spizzava per l’11, quello basso, o l’11 serviva assist a profusione e il 9 concludeva sotto porta.
Bastano pochi elementi del calcio giocato degli ultimi giorni? Forse no. Perché nel frattempo il calcio è cambiato: si gioca meno con lanci lunghi, si cerca l’attaccante di manovra, molte squadre giocano con tre davanti.
Forse non basta. Ma noi, che siamo bomber nell’anima, riscopriamo il sapore del 9 e dell’11, di quello alto e panzer e di quello brevilineo e furbo.

Zapata-Gomez, la Dea balla

Duvan Zapata (186 cm) aveva mostrato talento fin dalle pendici del Vesuvio: 11 gol in 37 spezzoni di partita per lui. Udine e Genova (sponda Samp) sono state solo tappe sul percorso del gol, prima di Bergamo. Dove ha trovato fiducia e continuità: 15 reti in 20 gare o giù di lì. Alejandro Gomez per tutti Papu (167 cm) è nato ala o seconda punta nel Catania e diventato leader, tuttofare e capitano nell’Atalanta. Se la Dea rischia seriamente a fine stagione di essere il miglior attacco d’Italia è soprattutto merito loro. Sudamericani (colombiano il primo, argentino il secondo) con il ritmo nel sangue, per far danzare l’Atalanta. E se balla come el Papu saranno belle cose.

Skuhravy-Aguilera, gli eroi di Anfield

Tomas Skuhravy, boemo, 193 cm, tutto fisico e piedi educati, il colpo di testa l’arma migliore, lavoratore molto preciso. Carlos “Pato” Aguilera, uruguaiano, 166 cm, amante del dribbling, dell’accelerazione e del colpo ad effetto, cocainomane per sua stessa ammissione. Il primo europeo, il secondo sudamericano. Il primo è rimasto in Italia e ha un suo ristorante. Il secondo è in Uruguay e pure lui fa il commentatore in tv.
C’è una cosa che li accomuna? Nulla. Ma insieme hanno fatto grande il Genoa dei primi anni Novanta, portandolo al quarto posto in Italia e ad una semifinale di Coppa Uefa (diventando anche la prima squadra italiana a vincere ad Anfield contro il Liverpool, proprio con una doppietta del Pato).
Per dividere la coppia perfetta fu necessaria una telefonata di Craxi all’allora presidente del Genoa, Spinelli: “Mandalo al Torino del mio amico Borsano” disse Bettino. Dividendo gli eroi di Anfield e condannando il Grifone a rimpiangerli per sempre.

Trezeguet-Del Piero, la Signora ai loro piedi

Dieci anni assieme, dal 2000 al 2010, sempre in bianco e nero. David Trezeguet, il francese (190 cm), scalzando anche Pippo Inzaghi e facendo delle doti aeree e balistiche il suo forte, e Alessandro Del Piero, Pinturicchio (173 cm), baricentro basso e fantasia, senza disdegnare la giocata di forza, hanno rappresentato la coppia ideale per tutti i primi anni Duemila e probabilmente ancora oggi rappresentano il miglior ideale di complementarietà.
Insieme hanno segnato qualcosa più di 350 gol. Nel 2007-08, in una stagione che la Juve chiude al terzo posto, sono primo e secondo nella classifica marcatori con 21 e 20 reti. A due giornate dal termine è davanti Trezeguet. Alla penultima segna Del Piero ed è di nuovo pari. All’ultima sul campo della Samp segna prima Del Piero, poi Trezeguet (su rigore ceduto da Alex) e ancora Del Piero (sempre su rigore).
Con 41 reti è primato in Italia: battuto il record del 2000/2001 di…. Trezeguet-Del Piero, ancora loro.

El Moro y El Angel, coppia Real

Nel panorama galactico della Casa Blanca tantissimi sono gli attaccanti che hanno messo la firma. Zidanes y Pavones come amava ribadire il presidentissimo Perez. Eppure loro, nell’immaginario collettivo, sono la coppia Real. Fernando Morientes, 186 cm, fisicamente dominante, e Raul Gonzalez Blanco, 176 cm, con una incredibile capacità di creare e concludere. Dicono che li unisse la paura del primo di calciare i rigori.
In realtà, fin dal 1997, anno in cui Morientes atterra a Madrid, l’intesa tra i due è incredibile: due campionati (2001 e 2003), tre Supercoppe spagnole (1997, 2001 e 2003), tre Champions League (1998, 2000 e 2002), una Supercoppa europea (2002) e due Coppe Intercontinentali (1998 e 2002), poco meno di 300 gol in due.
Non è un caso che il primo rifiutò il Barcellona e in Spagna ha giocato solo con il Valencia e che il secondo ha voluto indossare solo la camiseta blanca.

Maradona e l’altro, l’Argentina mundial

“Volevo passarti la palla, ma non ho trovato lo spazio“.
“Perché, mi hai visto?”
“Sì, mi accompagnavi, all’altezza del secondo palo, ma non ho potuto dartela”.

Parlano Diego Armando Maradona (165 cm) e Jorge Valdano (186 cm). Il momento è l’immediato dopo partita della sfida tra Inghilterra e Argentina valida per i quarti del Mondiale 1986. Il riferimento è al gol più bello di sempre dei mondiali, lo slalom di Diego che castiga gli inglesi. Il contesto è la grande intesa tra i due attaccanti della prima metà degli anni Ottanta dell’Albiceleste. Per Maradona “el Turco” Valdano è qualcosa di più di un compagno di squadra, è un hermano a cui va la dedica della rete che spiana la strada verso la Coppa del Mondo e la gloria.

Redazione

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