Weston McKennie lancia un segnale chiaro alla Juventus e lo fa nel momento forse più delicato e decisivo della sua avventura in bianconero. Il centrocampista texano, in scadenza di contratto il prossimo 30 giugno, non si nasconde e apre alla possibilità di restare a Torino. Un messaggio che arriva forte e diretto, soprattutto alla dirigenza e a Damien Comolli, chiamato ora a blindare uno dei punti fermi del nuovo corso targato Luciano Spalletti.
“Juve, spero di restare”
Con l’arrivo del tecnico di Certaldo sulla panchina della Juventus, lo statunitense è diventato rapidamente un giocatore semplicemente insostituibile. Non solo per i numeri, ma per l’impatto complessivo sul gioco. Undici partite disputate con Spalletti alla guida, undici presenze da titolare, praticamente tutte giocate per intero: un dato che vale più di mille parole e certifica la fiducia totale dell’allenatore nei confronti del classe 1998.
A margine di un evento benefico organizzato dalla sua fondazione, la “McKennies’ Magical Youth Mission”, McKennie ha parlato con sincerità del suo futuro. “Sono qui da sei anni, ho vissuto a Torino per gran parte della mia vita e ho superato le 200 presenze con la Juve, che è un grande club. Per il rinnovo lascio tutto al mio agente, speriamo e vediamo”, ha dichiarato. Parole che sanno di apertura, di legame profondo con l’ambiente e con una città che ormai sente come una seconda casa.

La Juve si gode il nuovo McKennie
L’arma in più di Spalletti
Il campo, del resto, parla per lui. McKennie è diventato il simbolo della nuova identità juventina costruita da Spalletti, una squadra più intensa, aggressiva e attenta ai dettagli. “Ora abbiamo trovato una nuova identità – ha spiegato lo stesso centrocampista – prima eravamo in difficoltà, Spalletti è un bravissimo tecnico e cura anche le piccole cose”. Ed è proprio in questo contesto che il texano sta dando il meglio di sé.
La sua forza è la duttilità tattica. McKennie è un vero e proprio jolly capace di adattarsi a qualsiasi ruolo senza perdere efficacia: terzino, esterno a tutta fascia, mezzala, ma anche sottopunta o attaccante aggiunto. Una versatilità preziosa, che consente a Spalletti di cambiare assetto anche a partita in corso mantenendo equilibrio e intensità. Non è un caso che il tecnico lo consideri una pedina imprescindibile nel suo scacchiere.
A tutto questo si aggiungono le giocate decisive. McKennie ha lasciato il segno con assist pesanti in campionato contro Napoli e Roma, oltre a quello in Coppa Italia contro l’Udinese. Ma soprattutto ha inciso in Europa, segnando due reti fondamentali nelle ultime gare di Champions League contro Bodo/Glimt e Pafos, gol che hanno confermato il suo peso specifico nei momenti che contano.









