La Juventus è chiamata a intervenire sul mercato di gennaio, più o meno come la maggior parte delle big di Serie A. Comolli ha fiutato il colpo: è il nuovo Chiellini.
La Juventus sta attraversando una fase di ridefinizione profonda, non soltanto sul piano tecnico ma anche culturale. L’arrivo in panchina di Luciano Spalletti ha segnato una cesura netta rispetto al recente passato: meno improvvisazione, più struttura, più attenzione al dettaglio. Il tecnico toscano ha portato idee chiare e una metodologia che, nel tempo, tende a selezionare in modo naturale chi è realmente funzionale al progetto e chi rischia di restarne ai margini. In questo processo di riorganizzazione, la difesa rappresenta uno dei nodi centrali. Spalletti può contare su un riferimento di assoluto valore come Gleison Bremer, pilastro del reparto e leader tecnico, ma il tema della tenuta fisica del brasiliano resta un fattore da considerare. Le stagioni ad alta intensità, soprattutto in un contesto che punta a tornare stabilmente competitivo su più fronti, impongono alternative affidabili, non semplici rincalzi.
Ed è qui che entra in gioco una figura chiave del nuovo corso bianconero, non più in campo ma ancora centrale nell’identità del club: Giorgio Chiellini. L’ex capitano, oggi Director of Football Strategy, rappresenta un ponte tra la Juventus che è stata e quella che vuole tornare a essere. La sua presenza nell’organigramma non è simbolica: Chiellini incarna un’idea di difesa fatta di letture, sacrificio, continuità fisica e leadership silenziosa. Un modello che ha influenzato un’intera generazione di centrali italiani. Non è un caso che, nelle valutazioni interne, si guardi con crescente attenzione a profili giovani ma già strutturati, capaci di garantire affidabilità atletica e margini di crescita. Un difensore con queste caratteristiche, già nel giro delle nazionali giovanili e con un rendimento costante alle spalle, potrebbe rappresentare una soluzione coerente con la linea tracciata da Spalletti e condivisa dalla dirigenza.
Pirola, crescita silenziosa e l’ombra lunga di Chiellini: Comolli ci pensa
In questo contesto si inserisce il profilo di Lorenzo Pirola, protagonista di un percorso lontano dai riflettori ma estremamente lineare. Le sue parole, pronunciate senza clamore, raccontano molto della sua mentalità: “Tanti dicono somigli a Chiellini. Mi piaceva il modo che aveva di stare in campo, la presenza, è stato un punto di riferimento”. Non un paragone cercato, ma accettato con rispetto, quasi con senso di responsabilità. Pirola è cresciuto nel settore giovanile dell’Inter, dove ha assimilato una formazione tattica rigorosa, prima di costruirsi una carriera vera lontano da Milano. Dopo l’esperienza alla Salernitana, che lui stesso definisce fondamentale la mia prima esperienza in Serie A – il passaggio all’Olympiakos ha rappresentato un salto di maturità. In Grecia ha trovato continuità, responsabilità e un livello di pressione che lo ha fatto crescere, come lui stesso ammette: “Nell’ultimo anno e mezzo sono cresciuto davvero tanto”.

Pirola, crescita silenziosa e l’ombra lunga di Chiellini: Comolli ci pensa
Dal punto di vista tecnico, Pirola è un centrale mancino ordinato, con una tenuta fisica lodevole, aspetto non secondario per una Juventus che ha spesso pagato l’emergenza difensiva. Non è un difensore appariscente, ma affidabile, capace di stare dentro un sistema e di reggere il confronto anche in contesti europei. Il suo nome potrebbe tornare utile proprio alla Juventus: un’operazione sostenibile, con una valutazione che oscilla tra i 12 e i 15 milioni di euro, e un contratto con l’Olympiakos in scadenza a giugno 2028. Non un colpo mediatico, ma una scelta razionale, in linea con l’idea di costruire una difesa profonda, fisicamente affidabile e culturalmente compatibile con il dna bianconero.











